 
																												
														
														
													Già in Coppa Italia la Fiorentina ha espugnato il Maradona (pure in inferiorità numerica nella ripresa). Ora in palio ci sono Europa e Scudetto
Da una parte un rendimento casalingo al top, dall’altra più di una difficoltà in trasferta. È la doppia faccia della medaglia viola, con la Fiorentina che pure ha saputo togliersi soddisfazioni anche lontano da casa in questa stagione. Ma lo dicono i numeri, la sua forza l’ha costruita al Franchi. Facendolo tornare un vero fortino: 32 punti in 15 partite, media di 2,13 punti a gara. Solo l’Inter ha fatto meglio in Serie A con 33 punti casalinghi. La conferma contro l’Empoli, con un 1-0 che ha confermato e spinto ancor di più i viola in zona Europa nella delicatissima gara post-sosta.
DIFFICOLTA’ IN TRASFERTA. Di contro, appunto, un rendimento in trasferta che racconta ben altri numeri. In 15 esterne, solo 18 punti conquistati (con 5 vittorie e 3 pareggi), per una media di 1,2 punti a partita. Nelle ultime sei uscite in trasferta, è arrivata solo una vittoria (a La Spezia), con tre pari (Verona, Cagliari e Inter) e due sconfitte (Torino e Sassuolo). Anche se sul bilancio pesano tanto anche le quattro sconfitte di fila fuori casa nella parte centrale di stagione contro Venezia, Lazio, Juve ed Empoli. Normale, in realtà, che una squadra fatichi più in trasferta rispetto che in casa, ma la differenza è evidente. Non solo, perché nella graduatoria dei punti fatti fuori casa la Fiorentina è addirittura 10°. Insomma, fare di meglio si può e si dovrebbe.
UN’ALTRA IMPRESA. Certo, il prossimo esame si chiama Napoli. Non certo l’avversaria migliore per cercare di invertire il trend. Ma la Fiorentina non partirà certo battuta, anzi. Sia per una consapevolezza di forza ritrovata dopo un momento di sbandamento, sia perché un’impresa al Maradona la formazione di Italiano l’ha già compiuta in stagione. Era il 13 gennaio, infatti, quando i viola si imposero 5-2 ai supplementari a Napoli agli Ottavi di Coppa Italia. Una grandissima vittoria soprattutto per la capacità di tenere botta in inferiorità numerica da fine primo tempo all’84’, quando poi anche gli azzurri rimasero prima in dieci e poi in nove. Certo, era un altro Napoli (non c’erano Osimhen, Koulibaly e Anguissa, Fabian Ruiz partì dalla panchina) ed era un’altra Fiorentina (c’era Vlahovic e ancora non Cabral), ma ciò toglie poco a quel blitz al Maradona.
AL MARADONA. Senz’altro Italiano farà rivedere quelle immagini nell’analisi tattica della sfida verso la gara di domenica. Così come si tornerà sul match del Franchi di inizio ottobre, quando i viola giocarono un buonissimo primo tempo per poi essere rimontati da Spalletti. In palio ci sono due sogni, l’Europa da una parte e lo Scudetto dall’altra. Due squadre che giocano bene a calcio (sono tra le prime per possesso palla), che hanno valori tecnici e motivazioni altissime. Con un’aggiunta: il Napoli in stagione è andato meglio in trasferta che in casa. Dei 66 punti in classifica, solo 29 li ha fatti al Maradona, mentre ben 37 fuori casa. E nelle ultime 9 gare casalinghe ha vinto solo 3 volte. Insomma, ci sarà sì una montagna altissima, forse enorme da scalare. Ma l’impresa è possibile.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
																	 
														 
														 
														
Di
Marco Pecorini