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Dall’Udinese all’Udinese: la Fiorentina è tornata a vincere. Adesso sotto con il Parma

I viola trovano il primo successo in campionato al sedicesimo tentativo. Al Tardini la posta in palio sarà altissima

210 giorni. Tanto ci è voluto alla Fiorentina per tornare a vincere in Serie A. Era lo scorso 25 maggio, l'ultima giornata dello scorso campionato, l’ultima volta di Palladino sulla panchina viola. Proprio contro l'Udinese. La vittoria in rimonta (2-3) regalò ai gigliati il sesto posto finale e quella qualificazione alla Conference tanto insperata quanto contestata. Nessuno si sarebbe immaginato che per rivedere un successo avrebbe dovuto attendere quasi sette mesi. Nel mentre, è passata un’era geologica calcistica: un mercato estivo disastroso, due avvicendamenti sulla panchina e le dimissioni del direttore sportivo. Soprattutto, quindici partite di campionato senza neanche un successo e l’ultimo posto in classifica.

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IL PRIMO MATTONCINO. Ieri, finalmente, la Fiorentina ha spezzato l’incantesimo. Ci è voluta anche un po’ di fortuna: l’uscita kamikaze di Okoye dopo soli 8’ ha pesantemente indirizzato la partita a favore dei viola. In ogni modo, la squadra di Vanoli non si è adagiata sugli allori del vantaggio e della superiorità numerica, è restata fino all’ultimo istante con la testa dentro la partita e ha addirittura portato a casa un risultato rotondo. Molto bene, sperando che quel tempo e poco più giocato con la sicurezza e la leggerezza date dall’ampio divario possa aver dato una grossa mano ai giocatori. Mettere da parte, anche solo per qualche ora, le paure che assillano da inizio stagione non può che aiutare. Sia chiaro: il successo di ieri non ha cancellato con un colpo di spugna tutte le problematiche di gioco, di testa e di classifica. Al massimo può (e deve) essere il primo mattoncino. Sicuramente, ha cancellato quello zero alla voce vittorie in campionato che stava diventando più pesante di un macigno.

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SALIRE SUL RING. Al momento ha ancora poco senso persino parlare di lotta salvezza. La Fiorentina non è in lotta per il mantenimento della categoria. La Fiorentina è in lotta per iscriversi alla lotta per il mantenimento della categoria. Il Genoa e il Parma quartultimi distano ancora cinque lunghezze: servono almeno un paio di successi per salire sul ring. E proprio al Parma i viola faranno visita per pranzo sabato. Va da sé che, per via della situazione di classifica sopracitata, la sfida del Tardini assuma importanza capitale. Vincere vorrebbe dire avvicinare sensibilmente una diretta concorrente (anzi, in questo momento la diretta concorrente, insieme al Grifone). Per il morale sarebbe un toccasana. Da quasi due mesi a Firenze si parla di finali, ‘vita o morte’ e simili. Stavolta, più di tutte le altre, la posta in palio è veramente altissima.

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RIVOLUZIONE. Intanto, nelle prossime ore è atteso al Viola Park Fabio Paratici. Pronto a prendere il pieno controllo delle operazioni sportive, il direttore sportivo della Juventus dei nove scudetti è chiamato all'impresa: mettere a terra una rivoluzione che possa condurre la barca in porto entro maggio. Il margine di errore sta pressoché a zero, la Fiorentina ha poche chances e lui deve capitalizzarle al meglio. Quel che verrà dopo, incrociando le dita, si vedrà. Probabilmente, in caso di lieto fine, servirà un’ulteriore rivoluzione. Magari meno frenetica rispetto a quella che avverrà a gennaio. Anche perché le basi su cui si sta realizzando il matrimonio tra l’esperto dirigente e il club gigliato sono importanti: quattro anni e mezzo di contratto, ovvero tutto il tempo necessario (e anche di più) per dare il via a un progetto solido. Con Commisso al timone o meno, è un altro discorso. Tutta questa però non è materia di stretta attualità. Adesso sotto con il Parma. Chissà, tra l'altro, se già le voci sull’imminente arrivo di Paratici non possano essere servite come una prima forma di richiamo all’attenti per i giocatori viola. La sensazione - e la speranza - è questa.


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