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Editoriali

Firenze gode, c’è ancora vita (eccome!) sul pianeta Fiorentina. Palladino ‘ammazzagrandi’, ha trovato un’altra svolta tattica

Fiorentina

Fiorentina grande con le grandi, una sosta da godersi e un entusiasmo da cavalcare. Il tecnico ha trovato un’altra chiave di svolta

Una sosta da godersi a pieno. Spazzati via malumori, tensioni e pressioni che erano stati accusati dal gruppo. Un 3-0 alla Juventus che fa godere Firenze, che resterà nella storia di questa che non è e non sarà mai una partita come le altre. Per le dimensioni del punteggio, per la totalità della prestazione. I colpi a ripetizione di Gosens, Mandragora e Gudmundsson, le giocate di Fagioli, la lotta di Kean, gli anticipi dei tre difensori centrali, un De Gea mai chiamato in causa. La ‘vendetta’ perfetta degli ex bianconeri, mentre dall’altra parte Nico non toccava quasi mai palla e Vlahovic rimaneva in panchina.

PERFETTA. Una serata perfetta, sì. Da incorniciare. “Il pallone è quello giallo”, cantava la Fiesole, ma anche “Un, dos, tres, ha segnato la Fiorentina”, coro che è già diventato un tormentone. Insomma, era stato suonato decisamente troppo presto il requiem per questa Fiorentina. C’è ancora vita, eccome, sul pianeta viola. C’è stato un lungo periodo di difficoltà, sul piano dei risultati e ancor prima del gioco. Delle prestazioni complessive. Quei “tirate fuori gli attributi” e “meritiamo di più”, cantato dai tifosi a metà gennaio contro il Torino era decisamente giustificato, così come il malumore per una squadra che per tre mesi si è spesso sciolta come neve al sole di fronte agli episodi negativi, incapace più volte di creare azioni sensate in fase offensiva. Ma la ‘crociata’ esasperata per richiedere a gran voce l’esonero dell’allenatore, forse, era prematura.

DATO TROPPO PRESTO PER FINITA. Perché la Fiorentina nella settimana decisiva della stagione è riuscita a ritrovarsi. Quindi vuol dire che qualcosa, in fondo, c’è su cui costruire. Poi Palladino non diventerà forse mai un ‘giochista’, non avrà un atteggiamento dominante sul piano del gioco. Ma la società conosceva queste caratteristiche, insieme al tecnico è stata costruita un certo tipo di squadra. Tra gli alti e bassi questa Fiorentina è più o meno dove doveva essere nei piani di inizio stagione, a giocarsi l’Europa con le altre e ai Quarti di Conference. Manca la Coppa Italia, ci sono stati tanti passi falsi inattesi e dolorosi con il magnifico sogno Champions che si è via via allontanato. Ma da qui a parlare di nuova rivoluzione, con un presidente come Commisso che ha sempre dimostrato di essere restio ai cambi in corsa anche quando le cose andavano (davvero) male, ce ne corre. Poi magari a fine stagione si tireranno le somme e si deciderà che c’è bisogno d’altro. O magari no. C’è ancora la fase decisiva di stagione da giocare.

NUOVA SVOLTA. Palladino ha saputo trovare una nuova svolta tattica. Ci ha messo un po’, ha dovuto fare i conti con diversi problemi fisici dei suoi, con una mezza rivoluzione invernale, con scelte di partita in partita non felicissime. Ma alla fine questo 3-5-2 sembra il vestito migliore per la parte finale di stagione.equilibrio in difesa che parte a tre ma diventa spesso a cinque, dà senso e forza al centrocampo con giocatori di quantità e qualità, dà spazio a due frecce come Gosens e Dodo sugli esterni (le ali offensive non avevano più senso), mette in condizione Gudmundsson di giocare a tutto campo, libero di inventare. Dopo la svolta di settembre che dette avvio alle 8 vittorie di fila con il 4-2-3-1, ora una nuova metamorfosi. Non solo tattica, ma anche nella mentalità.

AMMAZZAGRANDI. Certo, giocare con questa Juve ha perfino agevolato la Fiorentina. Contro una squadra che faceva possesso palla ma sterile ed era incapace di gestire la fase difensiva, i viola hanno potuto colpire con le armi preferite: ripartenze e contropiede. Ma la Fiorentina ci ha messo anche tanta qualità, in uscita palla, nelle triangolazioni, nella gestione della sfera, e tanta intensità. Palladino si è confermato ‘ammazzagrandi’. Dote evidenziata già a Monza e ribadita a Firenze. Quest’anno ha battuto Inter, Milan, Juve, Roma e Lazio (due volte): tanta roba. La Fiorentina ha collezionato ben 19 punti in 12 incroci contro le prime 9 squadre in classifica, con ben 23 gol fatti (quasi 2 a scontro diretto di media) e 17 subiti. Solo il Napoli (26 punti) e l’Inter (20, ma con una partita in più) ne hanno fatti più dei viola. Le altre tutte meno.

UN ALTRO STEP. Dopo la sosta ci saranno Atalanta e Milan, gare in cui ribadire un trend di assoluto livello per mantenersi in zona Europa. Poi ci sarà da fare uno step ulteriore, ovvero riuscire anche a far la voce grossa con le piccole, perché i punti persi contro chi naviga nella parte destra di classifica gridano ancora vendetta. Ma ci sono motivi precisi per cui la Fiorentina ha trovato più difficoltà con le ultime. Palladino dice di aver capito il modo per uscire dal periodo complicato. Senz’altro le vittorie contro Panathinaikos e Juventus hanno fatto capire che la Fiorentina c’è. Da qui bisogna ripartire.

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