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Da ‘re dei cambi’ al flop dei subentranti: l’anno scorso panchinari d’oro, ora invece in pochi incidono

Da squadra con più subentranti in gol a panchinari che non riescono a cambiare le partite: un limite per la Fiorentina

C’era una volta una squadra che dalla panchina pescava l’oro. Inteso come gol o assist. Sono passati pochi mesi, ma il mondo in questa capacità di incidere dalla panchina sembra ribaltato per la Fiorentina. Perché un anno fa quella viola era la formazione che mandava più subentranti in gol: ben 17, a fine campionato, più 8 assist dalla panchina. Meglio di Napoli (16 reti dai panchinari), Inter (12), Atalanta (10) e tutte le altre. Segno di una rosa profonda e di qualità, comunque piena di risorse anche diverse. Di un tecnico che sapeva e poteva pescare i giocatori giusti per cambiare le partite.

CAMBIARE L’INERZIA. Una questione non da poco in tempi di cinque sostituzioni a partita. Quando, ormai lo abbiamo capito bene, chi subentra può essere più importante di chi parte dall’inizio. Il problema, però, è che nell’altalena di questa stagione la Fiorentina ha perso anche questa capacità. In questo campionato, dopo 27 partite, sono stati solo 6 i giocatori ad andare a segno una volta entrati dalla panchina, e solo 3 gli assist. Guida la particolare classifica il Milan con 13 gol dei sostituti, poi Empoli (11), Atalanta e Napoli (10 gol, ma anche rispettivamente con 12 e 8 assist), Lecce e Roma (9, i capitolini anche con 11 assist), Verona, Cagliari e Inter (8, Ranieri e Inzaghi con 10 e 8 assist), Bologna e Udinese (7).

GIOCATE DECISIVE. Nel dettaglio, i 6 gol dalla panchina sono arrivati da Nzola (gli unici 2 segnati, contro Cagliari e Udinese), Gonzalez (a Napoli), Mandragora (a Lecce), Kouame (con l’Atalanta) e Barak (con il Frosinone), mentre i 3 assist ad opera di Mandragora (con il Cagliari), Faraoni (all’esordio con l’Udinese) e Ikoné (con il Bologna). Giocate che dalla panchina, in fin dei conti, sono state decisive solo contro l’Udinese, l’Atalanta e il Bologna, mentre a Napoli il gol di Nico servì sostanzialmente a chiudere nel finale una partita già indirizzata. Ci sono stati, sì, poi i gol (importanti) al Franchi contro il Ferencvaros di Ikoné e Barak, così come la rete (ininfluente) di Sottil nella goleada viola contro il Cukaricki. Ma in generale troppo poco, insomma.

L’ORO IN PANCHINA (L’ANNO SCORSO). Soprattutto, appunto, se parametrato allo scorso campionato, quando dalla panchina andarono a segno Jovic (4 volte), Gonzalez (3), Saponara (2 gol più 3 assist), Cabral (2 gol e 1 assist), Bonaventura (1 gol e 1 assist), Biraghi (1 gol), Kouame (1), Mandragora (1), Ikonè (1) e Terzic (1), più i 2 assist di Dodo e 1 passaggio decisivo di Zurkowski. Per non parlare della Conference, con Cabral a segno da subentrato 2 volte a Braga, Castrovilli e Barak in gol dalla panchina nel doppio confronto con il Sivasspor, Ikoné e ancora Castrovilli con il Lech Poznan, la rete della finale di Barak a Basilea. Così come la rete decisiva di Ikoné nei Quarti di Coppa Italia contro il Torino. Insomma, una marea di gol e giocate decisive dalla panchina. Stando ai numeri del solo campionato, come detto 25 contributi al gol (tra reti e assist) in 38 partite con 188 sostituzioni effettuate: una media di una giocata decisiva dalla panchina ogni partita e mezzo (e 7,5 sostituzioni fatte). Quest’anno la situazione è parecchio diversa: 9 giocate decisive in 27 partite e 129 sostituzioni effettuate, fanno di media un ingresso decisivo dalla panchina ogni tre partite (e 14,3 sostituzioni fatte). La media si è dunque raddoppiata.

TREND DA CAMBIARE. I motivi possono essere tanti: la composizione della rosa in chiave mercato, gli infortuni, giocatori lontani dal loro miglior livello psico-fisico, l’allenatore che non riesce a trasmettere un certo furore nei subentranti. Ma poche volte la Fiorentina, in stagione, ha trovato gioie a gara in corso. Non solo dalle punte (Nzola ha quasi sempre deluso anche, e soprattutto, partendo titolare) e dagli esterni (Sottil, Ikoné, Brekalo finché c’è stato, Kouame), ma anche dai vari Barak, Maxime Lopez, Mandragora. A livello di giocate decisive, ma spesso anche di prestazioni. Difficile così cambiare l’inerzia delle partite. Ora però ci sarà bisogno di tutti, con le gare ogni tre giorni tra scontri alle big e partite ad eliminazione diretta. Già da Budapest, giovedì, servono risposte diverse.

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