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Polverosi su CorSport: «Non possono continuare così, vanno fermati»

4 min di lettura

Gli scivoloni dell'allenatore nel post-partita e una società incapace di sostenerlo e di prendere in mano la situazione

Trasecolare secondo il vocabolario Devoto-Oli: rimanere colpito da un improvviso e sconcertante sbalordimento. Si può ancora trasecolare davanti alle partite della Fiorentina? Impossibile. E’ così niente da inizio stagione che ormai non sbalordisce più. Così Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport - Stadio.

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L'ASPETTO POSITIVO. Eppure ci sono delle situazioni, dei momenti e dei pensieri che ancora sconcertano. Prima dichiarazione di Vanoli dopo l’ultima agghiacciante prestazione di Losanna: «Se guardiamo l’aspetto positivo è che pure vincendo non ci saremmo qualificati fra le prime otto». Al di là dell’inesattezza già imbarazzante di per sé, visto che se la Fiorentina avesse vinto 2-0 a Losanna, non a San Siro, si sarebbe qualificata all’ottavo posto, si trasecola davanti a queste parole: ma come si fa a dire che vincere o perdere una partita di Coppa non cambia l’esito finale? Forse gli ottocento tifosi fiorentini erano andati in gita a Losanna per farsi le foto sulle rive del lago Lemano o per sperare in un successo della loro squadra? Questa è una presa in giro: su dai, in fin dei conti perdere o vincere mica cambia. E tutti zitti, dalla società nessuna dichiarazione, il vuoto assoluto, la certezza di avere di fronte dirigenti che non sanno più cosa fare. E non lo sanno da settimane, da mesi.

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LA VOGLIA DI LOTTARE. Seconda parte delle dichiarazioni di Vanoli: «A gennaio guarderemo in faccia chi non ha voglia di lottare». A gennaio? Ma chi non ha voglia di lottare deve uscire immediatamente di squadra, non quando partirà il mercato. Mettiamo pure che la Fiorentina riesca a ribaltare l’organico entro le prime due settimane di gennaio, da oggi a quel giorno la squadra deve giocare (deve scendere in campo, perché giocare è un verbo illusorio da queste parti) cinque volte, contro Udinese, Parma, Cremonese, Lazio e Milan. Se in queste cinque partite la squadra mantiene il ritmo attuale, a metà gennaio è in B. Non è la prima volta che Vanoli si sofferma sul carattere e sulla grinta dei giocatori che allena. Non molto tempo fa aveva spiegato chiaramente che per salvarsi bisogna essere uomini prima che calciatori. Giustissimo, da condividere totalmente. Giovedì ha aggiunto la battuta su chi ha voglia di lottare. Così adesso il quadro è chiaro: quello che vediamo da fuori, senza frequentare il Viola Park, è quello che vede lo stesso allenatore. In questa squadra c’è gente che non ha la capacità di battersi, di fare una corsa di sacrificio in più per aiutare il compagno. E’ come certificare l’inadeguatezza caratteriale di tutta la Fiorentina.

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VANNO FERMATI. E’ spaventoso quanto sta accadendo da queste parti senza che nessuno provi a porvi rimedio. In una classifica di responsabilità al primo posto vanno i giocatori, sono loro che scendono in campo, sono loro che non mettono insieme due passaggi. Ma subito dopo, a un pelo, proprio un pelo di distanza, c’è la società, incapace di appoggiare l’allenatore (basterebbe un confronto con chi sa di calcio e di comunicazione per evitare certi sbandamenti) e di frustare una squadra che non ha padroni, che non avverte il pericolo. Una società, una squadra e un allenatore così distanti dalla realtà che a noi sembra di sognare. Almeno nell’ultimo mezzo secolo non si era mai visto un tracollo del genere, non nella Fiorentina ma in tutto il calcio italiano. Forse qualcosa che si può avvicinare a questa inaccettabile perdita di dignità è capitato nei club dove non arrivavano gli stipendi, ma nella Fiorentina gli stipendi arrivano, sono puntuali e anche alti. Qui siamo davanti alla rovina di un simbolo, stanno calpestando il giglio e la sua storia nell’anno in cui il giglio e la sua storia tagliano il traguardo dei cent’anni. Non possono continuare così, vanno fermati.


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