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Continuità Cabral o i gol di Piatek? Il grande dubbio per Napoli. Tra presente e futuro

Piatek Cabral

Il brasiliano ha giocato tutta la gara con l’Empoli, il polacco vuole ristabilire le gerarchie. In palio l’Europa ma anche il futuro alla Fiorentina

Partiamo da un presupposto: un centravanti, molto spesso, ha bisogno di continuità per far emergere le proprie qualità. Fiducia non solo a parole e negli allenamenti, ma anche sul campo al momento delle scelte per la partita da giocare. Questione di feeling da trovare con i compagni, di meccanismi che possono essere messi in pratica solo confrontandosi con gli avversari in partita, ma anche di autostima mentale che può permettere di superare piccoli-grandi limiti. Chiedere a Vlahovic, ad esempio, quanto siano state importanti quelle 5-6 partite che Prandelli gli concesse da titolare inamovibile lo scorso anno. Ma è solo l’ultimo caso che conferma la tesi di partenza.

ALLA RICERCA DI CONTINUITA’. Quella continuità, insomma, di cui avrebbe estremamente bisogno Arthur Cabral in questo momento della sua carriera. Dopo i 27 gol in 31 partite nella prima parte di stagione con il Basilea, la convocazione nel Brasile delle stelle ma anche un arrivo fuori condizione a Firenze. L’inserimento in un calcio difficile come quello italiano e di Italiano, la forma da ritrovare e la partenza a dir poco in salita, con la pressione di essere costato una cifra non banale e di rappresentare l’erede naturale (nel numero e nei programmi) di un giocatore da 90 milioni complessivi (tanto è stato pagato il serbo dalla Juve). “Da quello che vediamo, dai dati che riceviamo, è in crescita. Domani sarà della partita, è giusto che lui dimostri di essere un giocatore da Fiorentina, che ha qualità per essere un calciatore importante”, aveva detto Italiano prima dell’Empoli. E Cabral ha ripagato con una prova magari non scintillante, ma senza dubbio incoraggiante, fatta di tanto sacrificio, grande volontà, voglia di segnare (tre conclusioni e un gol annullato) e pure tanta corsa (il 3° per chilometri percorsi e pure il più veloce in campo), segno di una crescita proprio a livello fisico. Insomma, basandoci sui 90 minuti di domenica, il brasiliano meriterebbe senz’altro un’altra chance a Napoli. Eppure…

ANCORA TITOLARE? Eppure alle sue spalle c’è un altro centravanti che scalpita. Ed è Piatek. Fresco di qualificazione Mondiale con la sua Polonia, ma anche reduce da un infortunio fastidioso proprio in Nazionale. Contro l’Empoli è rimasto in panchina, ma sta lavorando sodo per tornare al massimo. E soprattutto riprendersi quel posto da titolare che prima della sosta era stato suo, senza tanti dubbi. Quella continuità (8 gare di fila dal 1′), insomma, che lo aveva portato a segnare 6 gol in 11 presenze in maglia viola. Non male, specie per un giocatore subentrato a stagione in corso. Un ragazzo che ha portato entusiasmo e determinazione in un momento in cui tante cose potevano cambiare in campo e nello spogliatoio.

IL GRANDE DUBBIO. Insomma, un ballottaggio per Italiano che potrà ripresentarsi in questi giorni. Chi far giocare dall’inizio a Napoli? Un dilemma non da poco. La continuità necessaria per cercare di far sbloccare Arthur Cabral, o il ritorno a Piatek, uno che ha dimostrato di poter essere letale in area di rigore? Il polacco, tra l’altro, a Napoli ha pure già segnato, in Coppa Italia, per il primo centro in maglia viola. Gli azzurri sono la terza ‘vittima’ preferita per Piatek tra le italiane, dopo Atalanta e Lecce (due gol li segnò quando era al Milan, sempre in Coppa). Questione di forma ma anche di caratteristiche: il polacco, appunto, è spesso infallibile in area di rigore, ma non ha mai convinto del tutto fin qui nel gioco per la squadra. Mentre il brasiliano anche contro l’Empoli ha dimostrato passi avanti incoraggianti da questo punto di vista, specie nella ripresa. Ed è un aspetto che conta molto per Italiano, che anche con Vlahovic cercava sì un finalizzatore per la mole di gioco, ma anche un costruttore e un giocatore che potesse aprire gli spazi per i compagni.

IN PALIO ANCHE IL FUTURO. Comunque vada, questa staffetta, se ben applicata, può rappresentare senz’altro un’arma in più per la corsa all’Europa. Con l’obiettivo di segnare, in generale, con più continuità, viste le sole 11 reti complessive siglate nelle ultime 10 gare tra campionato e coppa da febbraio in poi. In palio una maglia da titolare al Maradona, ma non solo. Perché in ballo ci sono motivazioni personali anche a più lungo termine, non solo come attaccante di riferimento per lo sprint finale verso l’Europa. Se Piatek sa di giocarsi il riscatto nell’ultima parte di stagione, dall’altra parte Cabral, per cui è stato fatto un investimento importante, deve dimostrare nelle prossime gare di poter essere il centravanti titolare della Fiorentina che verrà. Segnali che Italiano è chiamato a cogliere in questi giorni in vista della sfida con Koulibaly e compagni.

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