La Fiorentina va a caccia della quinta vittoria di fila. Ora la squadra gira, con qualche singhiozzo ma gira. E se battese la Roma…
Per chi arrivasse da Marte e si fosse perso l’inizio di stagione, potrebbe apparire ‘normale’ trovare la Fiorentina a 13 punti in classifica dopo 8 giornate di campionato e in testa al girone di Conference League con 2 vittorie su 2 gare. L’anno scorso, ad esempio, allo stesso punto la squadra viola ne aveva 17, due anni fa 9, tre anni fa 12, quindi più o meno…Per coloro che invece hanno visto le primissime gare stagionali di questa squadra, al netto del cammino a rilento delle zone alte della graduatoria, un po’ stupisce trovare questa Fiorentina lassù, capace di mettere in serie 4 vittorie di fila e avendo rimediato solo 1 ko in 12 partite ufficiali. O meglio, quella Fiorentina.
BRAVO. Merito del lavoro, di tutti. Dell’allenatore, che proprio quando sembrava sull’orlo del baratro ha cambiato volto alla sua squadra, con coraggio, facendo scelte forti nel togliere alcuni ‘senatori’ che non funzionavano, mettendo da parte un credo tattico che non si addiceva alle caratteristiche della rosa, trovando la quadra e riprendendo contro le ‘big’ quello che aveva sciupato con le ‘piccole’. Merito dei singoli, perché non era scontato che coloro che avevano ‘floppato’ fin qui tornassero ad essere utili (Ikoné, Sottil, Parisi, Beltran), come non lo era che un mostro sacro come De Gea non solo scegliesse Firenze, ma lo facesse con la testa che lo spagnolo ci sta mettendo. Così come non era affatto scontato che Kean facesse quello che sta facendo, che Comuzzo e Ranieri si riscoprissero titolarissimi e solidi, che Colpani ingranasse e che uno come Gosens si calasse così ‘a fagiolo’ nella realtà Fiorentina. Merito anche di chi ha allestito questa rosa, con calciatori come Cataldi, Bove, Adli, Kean, Gudmundsson, De Gea, Gosens, Colpani e altri che stanno facendo ‘oggettivamente’ la differenza, crescendo partita dopo partita. Bravi, tutti.
FIN QUI. Per come si erano messe le cose, insomma, trovare la Fiorentina in questo stato fa specie. Va detto. Non c’è niente di male a dire che dopo le prime uscite ci fosse un po’ di preoccupazione. Bastava vedere la fatica che faceva quella squadra nel non subire, nel creare e nel…tutto. Poi, però, la virata. E adesso la strada imboccata sembra essere quella giusta. Se ‘poggio e buca fanno pari’, dunque, possiamo dire che adesso la Fiorentina è tornata in linea con quelle che erano le aspettative, perché il valore dei singoli era apparso subito essere importante, al netto dei problemi fisici con cui qualcuno è arrivato. Mancava l’identità, mancava la squadra, come ammesso dallo stesso Palladino qualche settimana fa. Adesso no, le cose vanno. Non in modo scintillante, perché comunque ci sono diversi aspetti che devono essere migliorati, ma vanno.
CONTINUITA’. Fin qui, dicevamo. Sì, perché adesso è il momento di proseguire su questo trend. La Roma non deve fare (troppa) paura. Anche nella squadra della Capitale i valori tecnici sembrano esserci ma, al contrario di quanto detto in precedenza per la Fiorentina, lì ci sono tanti problemi a cui ancora non hanno trovato le soluzioni definitive, come al Milan o al Bologna, giusto per fare degli esempi. E anche per questo, domenica la squadra di Palladino potrà inseguire il pokerissimo di vittorie consecutive. Dopo aver steso Tns, Milan, Lecce e San Gallo, cercasi quinta di fila. E se dovesse cadere anche la Roma al Franchi, dopo i successi con Lazio e Milan già messi agli archivi, allora sì che sarebbe lecito iniziare a pensare in grande. Non troppo, ma almeno un po’ sì.
Di
Gianluca Bigiotti