Segnali di crescita per il 9 argentino, che però è ancora in rodaggio nel calcio europeo. Ma ora vale la pena aspettare
3 gol nelle ultime 3 partite di campionato giocate, due dei quali hanno portato 6 punti diretti alla Fiorentina. Tre gol in tre vittorie dei viola: Salernitana, Verona e Monza. Forse si tende a sottovalutare l’impatto che ha avuto Lucas Beltran sulla Fiorentina nelle ultime gare.
Il motivo è presto detto: i tre gol realizzati non finiranno certo nelle compilation dei più belli della stagione. Uno di rigore, uno con un tiro sporco deviato, uno da opportunista vero, su clamorosa papera del portiere avversario. Eppure, sono tre gol di un’importanza straordinaria, che contribuiscono in larga misura all’ottima classifica che la Fiorentina si ritrova ad avere a Natale.
Lucas Beltran, complice l’alta valutazione e la squadra di riferimento (il River Plate, eccellenza assoluto del calcio sudamericano) è arrivato a Firenze alimentando i sogni di una piazza intera: finalmente il centravanti traboccante di talento che stavamo aspettando. Oltretutto è pure argentino, come quel nove che mai verrà dimenticato. Invece, il periodo di ambientamento è stato più difficile del previsto. E si badi bene: non è ancora terminato. El Vikingo si è dovuto scontrare con i muscoli dei difensori italiani ed europei. Abbiamo intravisto le sue doti tecniche, ma troppo spesso lo abbiamo guardato annaspare tra la fisicità degli avversari, incapace di difendere un pallone spalle alla porta oppure di reggere l’onda d’urto di un contrasto.
Il tutto si è tradotto in troppe partite anonime, concluse con zero tiri verso la porta. Pochissimi i lampi: contro un avversario minore come il Cucaricki, al quale Beltran ha rifilato una doppietta, e contro la Lazio, con quel gol annullato per tocco di mano che ha fatto, ancora una volta, solo intravedere le potenzialità del Vikingo. Si è discusso (e si discute ancora) sul suo ruolo, non propriamente una prima punta, affermando che avrebbe bisogno di un altro attaccante per rendere al meglio. Si è detto di aspettarlo, ma a Firenze qualcuno stava già perdendo la pazienza.
Ma Beltran non si è mai arreso. Non ha mai smesso di fare la guerra coi difensori, pur perdendo quasi tutti i duelli. Non ha mai smesso di infastidire gli avversari con il suo pressing costante, spesso esagerando, visto che terminava la benzina troppo presto. Alla fine, è arrivato il rigore con la Salernitana. Poi il destro deviato che risolve una partita difficilissima come quella contro l’Hellas. Poi la rete col Monza, indubbiamente un errore di Di Gregorio ma anche frutto di quella garra insita nel centravanti argentino, che non rinuncia mai ad importunare le retroguardie avversarie. Si tende a sottovalutare i suoi gol, si diceva, anche perché l’essere ‘fastidioso’ per gli avversari andandoli sempre a pressare è proprio una caratteristica di Beltran, che si porta dietro dalle sue partite in Argentina. E che prima o poi avrebbe dato i suoi frutti.
Possiamo dire che Beltran è sbocciato definitivamente? Ancora no. Sono arrivati i gol che sicuramente lo renderanno più tranquillo, ma il classe 2001 è ancora in fase di adattamento. Sia dentro che fuori dal campo. Deve ancora imparare a sfruttare al meglio il proprio corpo, il proprio baricentro basso. Deve crescere nella protezione palla e nei movimenti da centravanti, così come deve ‘ripulirsi’ tecnicamente, dato che abbiamo solo intravisto le sue doti da rifinitore. Forse sarà anche necessario mettere qualche chilo di muscoli, senza però snaturarsi.
Intanto, sta crescendo l’intesa coi compagni, anche fuori dal campo. Mister Italiano lo ha più volte descritto come “un ragazzo ancora umile e chiuso”, che dunque necessita di più tempo per inserirsi in un gruppo rispetto a una personalità estroversa. Oltretutto con la barriera linguistica. Tuttavia, anche sotto questo aspetto le cose stanno cambiando: “Ci sono 4-5 giocatori che sono diversi rispetto all’inizio dell’anno, tra questi ci metto anche Beltran perché sta iniziando ad ambientarsi in maniera più veloce. Inizia a interagire, sorridere, essere diverso in allenamento”. Queste le parole di Italiano alla vigilia della sfida di ritorno col Ferencvaros del 14 dicembre.
Insomma, se ancora non si può certo parlare di ‘esplosione’, possiamo apprezzare i segnali di crescita dell’ex River. D’altra parte, anche un fenomeno come Lautaro Martinez – giocatore a cui spesso Beltran viene accostato per caratteristiche – al suo primo anno in Italia dovette pagare lo scotto del salto di categoria, realizzando 6 gol in 27 presenze in Serie A. L’atteggiamento è sempre stato quello giusto, ora Firenze inizia a intravedere il suo numero nove. E a pensare che valga la pena aspettarlo. Con la speranza che quell’esplosione definitiva arrivi, il più presto possibile, intanto Beltran ha iniziato a segnare gol pesanti, che portano vittorie importanti. Mica poco.
Di
Marco Zanini