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Editoriali

Beltran tutto da scoprire, Nzola centravanti boa (ma non solo). È la settimana del debutto: Italiano tra certezze e novità. Commisso torna per il rush finale di mercato

Italiano e Beltran

Un attacco tutto nuovo, con la ‘variabile’ Jovic. Arthur guida il centrocampo, ma come verrà gestito Amrabat? Sabiri jolly interessante, Parisi alza il livello. In attesa degli ultimi colpi

E’ la settimana del debutto stagionale. Sabato ore 20.45, stadio Marassi. Si riparte da Genova, dall’ex viola Gilardino all’esordio in panchina in Serie A. Da una squadra e una piazza che vivono di grande entusiasmo, con il record di abbonamenti già registrato superando quota 27mila tessere. Ma la Fiorentina ai nastri di partenza del nuovo campionato ha una gran voglia di tornare a recitare un ruolo da protagonista. Lo scorso anno partì malissimo, chiudendo il girone di andata a 23 punti e all’11° posto, dietro l’Empoli. Ma mano a mano la formazione di Italiano ha imparato a gestire il triplo impegno, arrivando in fondo alle coppe e chiudendo il girone di ritorno in Serie A a 33 punti e al 5° posto, ad un passo da una virtuale ‘zona Champions’. Dalla 24a giornata, da quella svolta di Verona da dentro o fuori, addirittura la Fiorentina ha fatto 31 punti in 15 partite, dietro soltanto alla Lazio (32 punti) come rendimento. Questo per dire che sì, il campionato alla fine ha visto i viola piazzarsi all’8° posto (alla fine comunque buono per la Conference), ma il trend da mesi è stato parecchio più importante.

ALZARE L’ASTICELLA. Da qui si vuole ripartire. Per migliorarsi e continuare ad alzare l’asticella. La delusione dopo le due finali perse è stata tanta, ma la società fin qui pare aver mantenuto la parola: c’era la voglia di cambiare e migliorare, sul mercato il segnale è arrivato forte e chiaro. Con incassi importanti (circa 60 milioni bonus compresi e alcuni veri colpi in uscita, come Cabral e Igor) e ben 8 innesti, tra Beltran, Nzola, Christensen, Parisi, Infantino, Arthur, Mina più Sabiri già preso a gennaio. Italiano aveva ricevuto rassicurazioni a fine della scorsa stagione, la volontà comune era di modificare parecchio anche per dare nuove motivazioni ad un gruppo andato forse oltre le proprie possibilità. E di fatto una mini-rivoluzione è già stata fatta. Poi sarà il campo a dover parlare. Ma sulla carta Beltran e Nzola possono far meglio di Cabral (e Jovic, per ora rimasto), Arthur può essere il regista mancato dopo l’addio a Torreira, Parisi sulla fascia molto più che un’alternativa a Biraghi (laddove Terzic dava poca concorrenza), Infantino può essere un bel jolly, Sabiri ha già fatto capire che può essere una carta interessante, Mina andrà scoperto in questo tipo di gioco e nella tenuta fisica, mentre Christensen può senz’altro reggere il confronto con Gollini e Sirigu, in attesa di vederlo effettivamente all’opera.

IL NUOVO ATTACCO. Chiaramente però curiosità c’è soprattutto in attacco. Il reparto ad ora rivoluzionato, dopo un’annata tra alti e bassi nonostante le parole di Commisso e Barone che spesso avevano difeso i vari interpreti. Nzola è stata una richiesta esplicita di Italiano. Forte fisicamente, tecnico, abile ad andare in profondità ma anche a legare il gioco. Soprattutto, l’angolano può essere quel centravanti-boa che mancava. Un lavoro che Cabral ha fatto molto a sprazzi e che Jovic non può garantire per caratteristiche. Vlahovic, invece, faceva eccome certi movimenti. Al di là dei gol, che Nzola ha ovviamente nelle corde e sarà chiamato a dimostrarlo. Ma intanto serviva uno così per caratteristiche. E poi Beltran. Il talento, quello vero. Tutto da scoprire. E da inquadrare anche tatticamente. In Argentina giocava prima punta, ma ha fatto anche l’esterno. Fisicamente tutt’altra cosa rispetto a Nzola, ovviamente. Così come per caratteristiche. Ma per Italiano sarà una gran risorsa, da valorizzare al massimo. Del resto, l’investimento è stato importantissimo, da oltre 25 milioni di euro complessivi. Quindi sarà giusto concedere tempo all’ex River tra ambientamento fisico e tattico, ma lecito anche aspettarsi tanto.

ALTRE NOVITA’. L’altra grande novità, come detto, sarà in mezzo al campo. Perché l’Arthur intravisto in questo pre-campionato garantisce quel palleggio a tutto campo che la scorsa stagione era mancato. Chiaramente andrà valutato nel medio-lungo periodo e nelle partite che contano, ma le sensazioni sono più che buone. Anche lui richiesta esplicita di Italiano, la società si è fidata anche stavolta del tecnico. E poi c’è Sabiri, un acquisto arrivato in sordina sia per le cifre spese (2,5 milioni) sia per i mesi turbolenti alla Samp (non ha praticamente giocato nel girone di ritorno, finendo da separato in casa con Stankovic). Ma Italiano lo ha inserito subito, spesso a sinistra, a volte trequartista centrale, altre da mezzala. Darà una mano, senz’altro. Guardando alla sfida di Genova, facile pensare che possa esserci dall’inizio: a sinistra si dovrebbero giocare il posto lui e Brekalo, sperando che il croato si tolga di dosso la maledizione dei legni. A destra difficile che non ci sia Nico, da centravanti Nzola potrebbe avere subito una chance (Jovic non pare aver fatto grossi passi avanti). In mezzo, appunto Arthur, poi ci sarà da capire come verrà gestito in queste settimane Amrabat. La Fiorentina avrà cinque partite in quindici giorni, di cui quattro gare prima di fine mercato. Il marocchino resta comunque una grande risorsa per Italiano, a patto che sia mentalmente dentro questa squadra. Vedremo se e come sarà utilizzato.

COMMISSO TORNA: RUSH FINALE DI MERCATO. E a proposito di mercato, la Fiorentina vuole fare ancora qualcosa di importante. Tornerà Commisso nel weekend, con il patron pronto a stare fianco a fianco con Barone, Pradè e Burdisso per la fase finale degli affari. Un difensore in caso di uscita di Quarta (non scontata senza grosse offerte), almeno un centrocampista (dipenderà appunto da Amrabat e forse da Duncan, con Castrovilli costretto di nuovo ai box), qualcosa sugli esterni. Di sicuro la presenza a Firenze del presidente, e magari qualche buon risultato in avvio di stagione, potrà accelerare qualche trattativa, come spesso è accaduto.

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