Le dichiarazioni dell’argentino Lucas Beltran sulla pesante maglia numero 9 alla Fiorentina e alcuni piccoli aneddoti di inizio carriera
Le parole dell’attaccante viola, Lucas Beltran, nell’intervista esclusiva al Corriere dello Sport e il racconto di qualche aneddoto familiare e sportivo a inizio carriera.
La maglia numero 9 di Batistuta sulle spalle: peso o orgoglio? «Soltanto un orgoglio. Enorme. So che cosa ha fatto “il Bati” qui a Firenze e non dico che voglio essere come lui, perché è impossibile. Ho visto i video, i gol che segnava, quello che ha dato lui alla città e alla Fiorentina è stato incredibile. E per me è un orgoglio immenso indossare la maglia numero 9».
Daniel Bertoni, campione del mondo 1978 e attaccante della Fiorentina, dice che lei gli ricorda il primo Lautaro Martinez: confronto impegnativo o una bella sfida? «Tutti e due. In effetti, posso avere movimenti e colpi che un po’ ricordano quelli di Lautaro e lo dico con tutto il rispetto nei confronti di un campione e di un attaccante eccezionale. Lo guardavo sempre in Nazionale per imparare e per “rubargli” qualche segreto. Mi fa ovviamente piacere essere accostato a lui»
Casa Beltran in Argentina al tempo era molto frequentata da Dybala. Chi è più forte tra voi due?«Paulo è grande amico di mio fratello ed è praticamente uno di famiglia. Ci sentiamo spesso, lo ammiro. Chi è più forte? Sicuramente lui».
Sua madre voleva che facesse il centrocampista e non l’attaccante «Racconto un episodio delle mie giovanili. Giocavo trequartista indossando la maglia numero 10, perché fin da bambino volevo avere il pallone tra i piedi. Il mio allenatore di allora decise di cambiare sistema di gioco trasformandomi in riferimento offensivo nel 4-3-3. Centravanti, insomma. Un po’ di tempo dopo, a carriera mia già avviata, quell’allenatore incontrandolo mi ha detto: “Visto che avevo ragione?“».
Al River Plate si è imposto come centravanti e la Fiorentina l’ha acquistata facendo un investimento oneroso. «Sì, ma mia mamma non voleva lo stesso che giocassi centravanti».
Di
Redazione LaViola.it