L’anno scorso a San Siro Ikoné si divorò un gol nel finale, mentre all’andata siglò il suo più bel gol da quando è a Firenze. Ora cerca continuità
Dire Inter e Jonathan Ikoné rimanda a sensazioni opposte. Basti ripensare a quell’occasione fallita l’anno scorso a San Siro, dove un’ottima Fiorentina uscì dalla gara coi nerazzurri con un punto e tanti rimpianti per la mancanza di concretezza sotto porta, anche da parte del francese. Nella gara d’andata di quest’anno, invece, Ikoné mise a segno forse il suo più bel gol da quando è arrivato alla Fiorentina. Una giocata, quella, che più volte lo stesso ex Lille ha provato, cercando il palo lontano col suo mancino, ma che di rado è risultata efficace.
ALTI E BASSI. Tanto che le parole Ikoné e discontinuità sono sempre andate di pari passo nel suo anno e mezzo da calciatore della Fiorentina. Quel match coi nerazzurri, che lo vide togliere le ragnatele dall’incrocio di Onana, veniva pochi giorni dopo la disastrosa prova con la Lazio e il rosso ingenuo rimediato col Basaksehir, e fu l’apripista di un finale di 2022 in sensibile crescendo. Poi ancora alti e bassi, con alcune partite disastrose a inizio 2023, fino ad una nuova ri-crescita evidenziata nelle ultime vittorie della formazione di Italiano.
CONTINUITÀ. Il mese che sta per iniziare sarà decisivo per la stagione della Fiorentina. Tra Coppa Italia e Conference League i viola si giocano l’accesso ad una finale e ad una semifinale, oltre alle residue chances di entrare in Europa dalla Serie A. E se è vero che Italiano avrà a disposizione più frecce al suo arco, coi rientri di Sottil e la crescita di Brekalo, è altrettanto vero che servirà un livello di continuità di prestazione e, di conseguenza, di incisività e concretezza, molto elevato. Ogni singolo minuto di ogni singola partita che la Fiorentina dovrà giocare nelle prossime settimane vedrà un margine d’errore minimo. Da qui la necessità per tutti di non sbagliare. Ikoné compreso, magari scrivendo un altro capitolo della sua ‘sfida nella sfida’ contro l’Inter, dando continuità più al gol dell’andata che all’errore di San Siro dello scorso anno.
Di
Gianluca Bigiotti