Connect with us

Editoriali

Vittoria per scacciare le paure e ritrovare il sorriso. Cabral raggiunge Jovic in doppia cifra: habemus centravanti?

Un netto 3-0 a Verona per allontanarsi dalla zona retrocessione e provare a ridare un senso al campionato. E in attacco qualcosa si muove

I due soli punti nelle ultime sei partite avevano fatto tornare paure e vecchi fantasmi. Il netto 3-0 di Verona però allontana ogni timore rispedendo l’Hellas e il terz’ultimo posto a 11 punti di distanza. Missione compiuta, e con pieno merito. Una Fiorentina non perfetta, ma per una volta concreta e discretamente attenta, sbanca il Bentegodi e si regala qualche giorno di serenità in più. Un grosso sospiro di sollievo, visto che all’interno del gruppo questa altalena tra campionato e coppa non piaceva proprio a nessuno. Così come la classifica e quel 15° posto in cui erano scivolati i viola dopo i risultati del weekend. Invece i tre punti di Verona ridanno ottimismo, permettono alla Fiorentina di scavalcare tre squadre e danno la possibilità di tornare a guardare avanti. Niente di sensazionale, ma ci voleva.

52 GIORNI DOPO. La vittoria in campionato del resto mancava da ben 52 giorni. Era il 7 gennaio quando la Fiorentina batteva 2-1 al 91′ il Sassuolo con un rigore di Gonzalez. Mentre era addirittura dal 6 novembre (Samp-Fiorentina 0-2) che i viola non tenevano la porta inviolata in Serie A. Nelle 10 gare nel mezzo Terracciano aveva sempre preso almeno un gol, mentre oggi il numero uno viola si è preso anche una piccola rivincita dopo qualche critica ricevuta. Interventi decisivi, i suoi, per non mettere mai in discussione una partita importante come quella di Verona. Fiducia si prende anche così.

UN PESO. E se capitan Biraghi, a segno con un gol strepitoso e dall’alto tasso di astuzia (oltre che di tecnica), si è tolto anche qualche sassolino nella sua esultanza, tutto il gruppo è parso togliersi di dosso un peso che si portava dietro da troppo tempo. Una squadra che, nei valori, senz’altro può meritare una classifica diversa. Anche rispetto alle aspettative di inizio stagione. Ma le prestazioni devono essere queste, altrimenti in Serie A fai fatica contro tutti. Una gara, da ex, che ha visto esaltare anche Barak, autore di un gol bello (controllo pregevole e tiro sotto la traversa) quanto importante per stappare la partita. Sesta rete stagionale, ma ‘solo’ la seconda in campionato, per uno che era arrivato per dare un contributo importante proprio in zona gol partendo da dietro. E che una settimana fa aveva ammesso tutta la frustrazione della squadra di fronte ad una classifica deficitaria.

CABRAL IN DOPPIA CIFRA. La Fiorentina insomma si rialza. Merito anche di un attacco tornato a colpire. Undici gol nelle ultime quattro gare tra campionato e Conference, compresa anche la prova contro l’Empoli in cui era stato sbagliato di tutto là davanti (a fronte di 27 tiri verso la porta, ma pochi realmente pericolosi). E sugli scudi c’è Arthur Cabral. Cinque gol in queste ultime quattro partite, partendo due volte titolare e giocando in totale 207′ compresi recuperi. Il brasiliano è arrivato a toccare la doppia cifra di gol in stagione, eguagliando Jovic. Ma se il serbo ha segnato 3 gol in campionato, 6 in Conference e 1 in Coppa Italia (importante contro il Torino), con una media di un gol ogni 377′ in Serie A e uno ogni 171′ in stagione, Cabral ha messo a referto 5 gol in campionato (di cui 3 decisivi) e 5 in Conference (a parte quello col Riga, tutti importanti, tra Braga e Twente), per una media di un gol ogni 150′ in Serie A e uno ogni 120′ in stagione.

HABEMUS CENTRAVANTI? Insomma, il brasiliano (classe ’98, ricordiamo) sta finalmente trovando grande continuità realizzativa. Nel 2023, ricordando anche il gran gol contro il Monza, ha siglato 6 reti in 382′ giocati. Una ogni 64′ di media. Habemus centravanti quindi? Chissà, ovviamente sarà il campo a dover dare ulteriori riprove. Sicuramente quell’attaccante rimasto a lungo oggetto misterioso, più citato per la sua simpatia e il suo atteggiamento mai polemico nonostante le difficoltà, ora sta portando quello per cui era stato preso. I gol. Entrando sempre di più nelle dinamiche del gioco viola. Italiano ha ribadito dopo Verona una cosa in realtà ovvia: Cabral, a differenza di Jovic, garantisce un attacco alla profondità e dei movimenti che per questo tipo di gioco sono essenziali. Anche il brasiliano, ovviamente, è lontano da ciò che faceva chi c’era prima di lui, ma i progressi si vedono. Anche nel gioco per e con la squadra. Oltre ai gol, che restano la misura per pesare l’impatto di un attaccante. Il tecnico non ha ovviamente escluso dai giochi Jovic, che tornerà a giocarsi il posto dall’inizio già contro il Milan, primo atto di un nuovo ciclo di ferro che vedrà anche la doppia sfida con il Sivasspor e le gare con Cremonese e Lecce. Ma senz’altro ora è dura non considerare un Cabral così. Investimento da 15 milioni che, finalmente, inizia a fruttare qualcosa di buono.

48 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

48 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie Editoriali

48
0
Lascia un commento!x