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Editoriali

Viola ad Atene, partita la missione Conference. La chiusura di un cerchio, Italiano con un grande dubbio

L’attesa sta per finire, appuntamento con la storia: da Praga ad Atene, c’è da chiudere un cerchio. Con la spinta di una marea viola tra Firenze e la Grecia

Sono i giorni dell’attesa. Della determinazione da parte della squadra che da lunedì pomeriggio è atterrata ad Atene, dell’ansia che si respira a Firenze tra i tifosi viola. L’appuntamento con la finale europea è storico, e poco importa che arrivi a dodici mesi di distanza dall’ultima volta. Anzi, forse proprio la grossa delusione di Praga, unita a quella dell’Olimpico sempre un anno fa, mette ancor più peso all’appuntamento di Atene. Peso, ma anche consapevolezza. Esperienza, per il gruppo di Italiano. La missione Conference è partita.

MAREA VIOLA. Oggi è già vigilia. La rifinitura del mattino all’Agia Sophia, le conferenze del pomeriggio. I tifosi viola stanno arrivando in Grecia, chi in aereo, con voli diretti, scali o charter, chi in traghetto e poi bus o macchina. Quasi 10mila quelli presenti ad Atene mercoledì sera, oltre 30mila tra il Franchi e il Viola Park in una spinta collettiva (abbracciati e mani al cielo, se servisse, stile Dragon Ball), saranno in migliaia anche nei vari spazi estivi di Firenze  (dai lungarni, con la Toraia, l’Habana 500, l’Anconella Garden, Bobo Check Point, la Festa del Mugello, fino all’Ultravox alle Cascine, ma anche il Light – Giardino di Marte proprio accanto al Franchi, o il nuovo spazio della Montagnola nei giardini di via Novelli, o ancora Le Murate, la Limonaia di Villa Strozzi e il Fico Bistrò nell’Area Pettini alle Cure).

LA CHIUSURA DEL CERCHIO. Insomma, l’attesa è tanta. Tantissima. Una febbre da finale che sta coinvolgendo un popolo intero. Anche perché Olympiacos-Fiorentina rappresenta la chiusura di un ciclo. Magari di un cerchio, apertosi tre anni fa sulle ceneri del brusco e inatteso divorzio con Gattuso, dopo l’ennesima salvezza sofferta a quota 40 punti. In tre anni le cose sono cambiate, eccome. Potevano andar meglio, sicuramente. La Fiorentina in alcuni momenti ha lottato per la zona Champions in campionato, si è giocata due finali che sono andate male. Stavolta l’appuntamento è troppo importante per perdere l’occasione. In estate andrà via l’allenatore, più di metà squadra cambierà aria. Però c’è la voglia collettiva di regalare un trofeo che a Firenze manca da 23 anni, di lasciare il proprio nome nella storia di questo club, di tener fede alla promessa fatta nei giorni, drammatici, della scomparsa di Joe Barone.

FURORE E LUCIDITA’. Motivazioni ulteriori che andranno portate sul campo. Insieme a personalità, coraggio, furore, ma anche lucidità. Quella che più volte ha tradito una Fiorentina che, per Dna, per fare grandi gare ha bisogno di andare a mille. Ha pochi fuoriclasse, forse nessuno. Qualche giocatore sopra la media. Ma soprattutto ha un grande gruppo. Un grande cuore. Una grande capacità di reazione. Questo è innegabile, l’ha dimostrato più volte la squadra di Italiano.

UN GRANDE DUBBIO. Anche il tecnico sarà all’ultimo valzer con i colori viola, al netto di un recupero contro l’Atalanta che sarà solo passerella finale. Essere ricordato come un vincente, o acuire le critiche che non sono mancate nei suoi confronti, nonostante la situazione tra pre e post gestione Italiano. L’allenatore è partito per Atene con un grande dubbio di formazione. Riguarda il centrocampo. Una mediana tutta qualità, con Arthur e Bonaventura, oppure l’inserimento di Mandragora, che dà più sostanza e con il suo mancino può essere decisivo. Nel secondo caso Jack avanzerebbe sulla trequarti, con Beltran in panchina. Per il resto la formazione iniziale pare fatta. Terracciano, Dodo, Milenkovic, Quarta, capitan Biraghi, Nico a destra, Kouame a sinistra, Belotti centravanti. Pochi margini per le sorprese stavolta. Anche se saranno importanti, magari decisivi, i subentranti: Nzola lo ha già fatto vedere contro il Brugge, Barak ha saputo tante volte esaltarsi in Conference, ma anche Duncan, Ranieri, Kayode, Parisi, magari (vedi mai) Ikoné. Ci sarà bisogno di tutti. L’ansia sale, l’attesa sta per finire. Al risveglio sarà già vigilia.

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