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Editoriali

Una notte per sognare: il bivio viola passa da Firenze e porta a Breslavia

Il Tap-In di Matteo Dovellini Fiorentina

Con Dodo recuperato e Gudmundsson alle spalle di Kean, i viola cercano l’impresa contro il Betis

Una notte per sognare. Quella contro il Betis sarà anche la notte della verità, del dentro o fuori definitivo, delle speranze da coltivare o dei resoconti sui quali iniziare a riflettere in maniera approfondita. Tutto o niente, senza via d’uscita. C’è un risultato da ribaltare, sulla carta complicato ma non impossibile. E c’è una finale sullo sfondo, soprattutto, col Chelsea che attende la sua sfidante e quelle emozioni già vissute per due anni di fila senza mai esplorare però cosa ci sia dall’altra parte del sentimento. Ovvero, cosa si provi ad alzare quel trofeo tanto desiderato, bramato, inseguito. La sconfitta di Roma, e la classifica certo meno brillante adesso, accrescono il valore della sfida di giovedì sera al Franchi. La via della Conference League, come avevamo scritto in tempi non sospetti, rappresenta la strada preferenziale per far volgere la stagione attuale in meravigliosa. Alzare un trofeo, che a Firenze manca in assoluto da 24 anni, e parallelamente centrare la qualificazione alla prossima Europa League. In un colpo solo, insomma, riuscire ad alzare l’asticella così come richiesto dalla società la scorsa estate. Un doppio colpo che avrebbe conseguenze positive anche sul gruppo, sui riscatti, su quei giocatori che magari senza Europa si guarderanno attorno. Non c’è dubbio: dal Franchi ed eventualmente da Breslavia, sede della finale, passerà gran parte del destino della Fiorentina.

Gara perfetta? Inter-Barcellona insegna…

Ma c’è un ultimo grande passo da compiere. Perché contro gli spagnoli sarà davvero complicato. Servirà la gara perfetta. Ma ne siamo sicuri? Piccola provocazione suggerita dalla semifinale di ritorno di Champions tra Inter e Barcellona. Una sfida ad altissima intensità, con più gare all’interno nell’arco dei 120 minuti. Prima un’Inter dominante e concreta, poi il ritorno di fuoco del Barcellona coi suoi talenti. I catalani a un passo dalla qualificazione salvo scontrarsi con la rete di un difensore che si improvvisa centravanti e finalizza una delle azioni più banali della storia del calcio. Alla faccia dell’intelligenza artificiale e di tutti i suoi dati tecnici da incrociare e analizzare davanti a un computer lontano dal campo. Più che la gara perfetta, ho pensato, servirà rimanere in partita con pazienza, lucidità, tanto carattere. Senza mai darsi per vinti, cercando di comprendere quali siano i punti deboli degli avversari fiutando le varie fasi della gara. Un approccio solido, concentrato, intenso. L’arte di saper affondare al momento giusto per poi soffrire, uniti e orientati dallo spirito di sacrificio. Titolari chiamati a dare tutto, così come coloro che subentreranno e che (vedi Inter-Barcellona) potrebbero davvero decidere la sfida quando meno te l’aspetti.

Lo “Spirito Guerriero” del Franchi 

Il Franchi farà il resto. Tutto esaurito in tempi di ristrutturazione, ovvero quasi 23 mila spettatori compresi i 1.200 in arrivo da Siviglia. Un gran peccato che notti come queste siano dimezzate dai lavori, seppur necessari e attesi da decenni. Ma la spinta dei tifosi viola sarà unica, incessante. Lo “Spirito Guerriero” invocato dagli ultras che si sono dati appuntamento questo pomeriggio alle 18.30 al piazzale della Maratona “per caricare e sostenere i nostri ragazzi”. Perché, come scrivono loro, “lo abbiamo dimostrato più volte, facciamolo una volta ancora, questa città se è unita non ha paura di nessuno”. L’unità, appunto. È il momento di inseguire un sogno e di farlo tutti insieme. Dal club ai giocatori passando per la sua tifoseria. Arriverà il tempo di riflettere sul futuro, su quei riscatti da definire e sulle ambizioni da percorrere. Ma questo è il tempo della compattezza. La notte del Franchi rivelerà tutto. E non sarà possibile tornare indietro.

Dodo rientra, davanti Gud con Kean 

Pensando alla formazione, Palladino può sorridere con Dodo tornato in gruppo e che scalpita per una maglia da titolare. Recupero lampo, quasi miracoloso. Meno sorrisi per Cataldi, acciaccato e fortemente in dubbio. Il resto pare disegnato: 3-5-2 con De Gea tra i pali, difesa composta da Pongracic, Comuzzo e Ranieri, centrocampo con Adli in cabina di regia insieme a Mandragora e Fagioli con Dodo a destra e Gosens a sinistra. In attacco spazio alla coppia formata da Gudmundsson alle spalle di Moise Kean. Ci sarà spazio per i cambi, per quegli ingressi che potrebbero rivelarsi decisivi. Potrebbe essere una gara lunga, oltre il 90’. E anche per questo, qualsiasi cosa accada, sarà bene ricordarsi di quanto successo al Meazza nella notte di Champions. Tutto può accadere, tutto può ribaltarsi. Questione di fiducia, di carattere e determinazione. Quel che anima un sogno, qualsiasi esso sia.

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