Terremoto Palladino, c’è un altro club dietro le sue dimissioni? Tra la mazzata per dirigenza e proprietà e l’opportunità di rilanciare prendendo un big
Perché Palladino si è dimesso? La domanda più ‘calda’ è questa. Difficile pensare che ci siano state frizioni così forti col club dopo la difesa pubblica del suo lavoro, la spiegazione dei perché del suo rinnovo e la definizione di un rapporto ‘padre-figlio’ da parte di Commisso (il tutto successo meno di 24 ore fa). C’è un altro club che ha sondato il terreno col tecnico? Milan? Atalanta?
Forse non per caso, giusto ieri è arrivata la rottura tra Gasperini e il club nerazzurro. Che Gasperini apprezzasse particolarmente Palladino lo si era intuito. Tanti i messaggi di reciproci complimenti tra l’allievo e il maestro. Diverse le affinità tecnico/tattiche, almeno a livello di idee. Sul campo tuttavia, al netto del sesto posto raggiunto, nel vedere le partite della Fiorentina di Palladino non si è mai intravisto qualcosa di somigliante al gioco dell’Atalanta di Gasperini. Ma questo è un altro discorso. Il Milan, invece, era su Italiano, che ha deciso di restare con rinnovo al Bologna. La probabilità che dietro alle dimissioni del tecnico ci sia il forte interessamento di un altro club c’è, ed è forte. Il domino delle panchine è ancora in divenire, dalla Juventus al Napoli, passando eventualmente per l’Inter. In caso lo scopriremo nelle prossime ore. La strada più probabile, ribadiamo, sembra quella che porta all’Atalanta.
Resta, comunque, una mazzata da digerire per Commisso, che ieri apostrofava Palladino come un figlio. Per una dirigenza che, giusto ieri, aveva fatto intendere di voler programmare con Palladino delle scelte chiave di mercato, come quella su Gudmundsson. E tutto ciò, al netto che Palladino piacesse o meno, lascia pensare a segnali negativi in arrivo sul fronte della permanenza di alcuni big: Kean, De Gea su tutti. Giocatori che Palladino ha voluto e che hanno fatto la differenza, che adesso sono in bilico. Non per caso, anche ieri è emerso chiaramente il messaggio da parte del club del ‘aspettiamo e speriamo’. Se, come noto, Palladino ci ha messo molto del suo per l’arrivo del centravanti e del portiere, così come molti speravano che potesse metterci molto altrettanto del suo per farli restare, l’addio del tecnico fa sorgere legittimamente dubbi e paure anche su questo. Le basi solide da cui ripartire? In poche ore si sono sgretolate.
E adesso? Per la Fiorentina è tempo di riflessioni. Di metabolizzare questa mazzata, alla quale si può reagire in due modi: rilanciare, ovvero prendere un tecnico già con esperienza internazionale; ripartire da zero, anzi da meno uno, con un’altra scommessa su un giovane.
In fin dei conti: dimissioni al 28 di maggio, senza spese, con tanti allenatori importanti liberi, magari anche con esperienze importanti…tutto ciò potrebbe rivelarsi una grande opportunità. Sempre che la si colga. O meglio, che la si voglia cogliere.
Di
Gianluca Bigiotti