Dopo Burdisso anche Barone in Qatar, tra vacanze e… idee di mercato. Nico torna nel fine settimana: lavoro individuale e confronto con Italiano
Settimane di Mondiali, la Fiorentina osserva interessata. Per i suoi protagonisti sul campo, magari per qualche idea di mercato. Per gennaio ma, forse, soprattutto per l’estate. Quando potrà agire con più libertà anche sul fronte extracomunitari (ora è bloccata). Fatto sta che quanto succede in Qatar si intreccia con le vicende fiorentine. E se Milenkovic e Jovic sono usciti anzitempo rispetto alle aspettative, e Zurkowski non ha giocato neanche un minuto con la sua Polonia (anch’essa già fuori), ora tutte le attenzioni sono per Amrabat.
CONTRO I FENOMENI. La vera stella di questa Fiorentina al Mondiale. Perché il centrocampista marocchino è stato tra i migliori fin qui in Qatar nel suo ruolo. Un girone da assoluto protagonista con i duelli vinti contro Modric, Brozovic e compagni, l’altra figurona contro De Bruyne, Witsel & co., il muro eretto contro il Canada nel momento di difficoltà. Ora per il Marocco un ostacolo durissimo, la Spagna di Luis Enrique. E per Amrabat un nuovo palcoscenico di altissimo livello, contro i fenomeni Pedri, Gavi, Sergio Busquets e via dicendo. Riuscirà a ripetersi? Sarebbe l’apoteosi. Ma già esserci è una vittoria. Per lui, per il suo Marocco, per la Fiorentina. Che ci ha puntato con forza la scorsa estate, difendendo l’investimento da 20 milioni voluto in primis da Commisso anche con una scelta impopolare come quella della rinuncia a Torreira. Chissà, magari i due avrebbero anche potuto giocare insieme nel nuovo assetto tattico di Italiano, fatto sta che la decisione di mettere Amrabat al centro, da titolare inamovibile, è stata vincente. Una crescita esponenziale che ha permesso all’ex Verona di arrivare al top, dal punto di vista fisico e mentale, in Qatar.
AMBIZIONE. Tanto che si è già iniziato a parlare di interesse delle grandissime europee, come il Liverpool. La Fiorentina si sente al sicuro, con un contratto fino al 2024 e l’opzione che estenderà l’accordo fino al 2025. Ma ovviamente di fronte a certe squadre e a certe possibili cifre, bisogna agire di conseguenza. Magari con un ritocco anche dell’ingaggio del giocatore (già tra i più pagati dei viola, peraltro), senz’altro garantendo un’ambizione sportiva che vada a prospettare un futuro a breve-medio termine importante a livello di squadra (lui non ha mai nascosto di voler giocare la Champions). Di sicuro la situazione sarà quanto meno da monitorare, per gennaio e per l’estate. E tanto passerà proprio dal confronto tra Amrabat e il centrocampo stellare della Spagna: se saprà dimostrarsi dominante anche in questo contesto aumenterà ancor più la considerazione di cui gode a livello continentale.
DA BURDISSO A BARONE. Mentre intanto in Qatar, dopo i dieci giorni di Nicolas Burdisso, è approdato anche Joe Barone. Tra vacanza-svago (il dt è andato più volte in tribuna, il dg è con la moglie) e possibili idee di mercato. Partite e giocatori da visionare dal vivo, contatti con gli addetti ai lavori. Il centro del calcio è ora a Doha. Difficile rimanere impassibili di fronte a giocatori che potrebbero fare anche al caso della Fiorentina, per il presente o per il futuro: dai marocchini En-Nesyri, Boufal, Ounahi e Sabiri, agli statunitensi Adams, Weah, Sargent, Robinson, Carter-Vickers, fino a Kiwior o i più esperti centravanti Batshuayi e Aboubakar. Tutti giocatori visti dal vivo da Burdisso, mentre Barone è arrivato in Qatar per la fase finale.
SLITTA IL RIENTRO. Chi invece è un ‘protagonista mancato’ del Mondiale è Nico Gonzalez. Ha seguito la sua Albiceleste da lontano, prima da Firenze e poi dall’Argentina, dove era tornato il 28 novembre in accordo con la società per il periodo di “riposo attivo” dopo l’infortunio alla coscia. Doveva tornare a Firenze oggi, martedì 6 dicembre, invece come appreso da LaViola.it il suo rientro in città è slittato di qualche giorno, verosimilmente al fine settimana. In ogni caso dovrà ancora seguire un percorso personalizzato per recuperare dalla “lesione di secondo grado della giunzione mio-tendinea del bicipite femorale della coscia sinistra”. Un infortunio non da poco che il 17 novembre lo aveva privato del sogno Mondiale. Lui, tra i punti fermi di Scaloni anche nella Copa America alzata nell’estate 2021, mentre stava definendo il passaggio in viola. Un duro colpo, un recupero che dovrà ora proseguire parallelamente nel fisico così come a livello psicologico. E se Joe Barone aveva subito ricucito il rapporto al rientro di Nico in città (“Tutta la società è accanto a Nico Gonzalez, soprattutto a livello mentale perchè è un periodo difficile per lui . Il rapporto è ottimo”), quando tornerà a Firenze Gonzalez avrà modo di confrontarsi anche con Italiano, che da San Siro aveva manifestato tutta la sua delusione per la mancata disponibilità dell’argentino nelle settimane precedenti: “Quando un calciatore non è a disposizione non è solamente per un problema fisico. Se qualcuno mentalmente non è al 100%, se non si sente di dare supporto alla squadra è come se fosse infortunato. E’ questo il discorso”.
RECUPERI E MERCATO. Sabato la Fiorentina sarà a Bucarest per il triangolare con la Rapid di Mutu e il Borussia Dortmund: chissà se Nico incrocerà il tecnico e il gruppo viola già nel weekend. Un giocatore, Gonzalez, determinante per questa Fiorentina sul campo, con le sue qualità e la sua imprevedibilità. E la sua assenza è stata tra le chiavi per la deludente prima parte di stagione. Lui, Castrovilli (secondo programmi a metà dicembre inizierà a giocare le amichevoli) e Sottil (ci vorrà un po’ di più) saranno senz’altro dei valori aggiunti per Italiano da metà/fine gennaio in poi. Tutti se lo aspettano e se lo augurano. Poi, sì, al di là delle parole di Pradè, qualcosa ci possiamo aspettare sul mercato dalla Fiorentina. Magari non con operazioni già fatte per fine dicembre, come fu lo scorso anno con Ikonè, perché ad oggi la società ritiene di avere una squadra competitiva senza urgenze impellenti. Ma qualche accorgimento, quantomeno, ci potrà essere, dalla porta (dove Gollini è in uscita) al centrocampo (le cessioni di Benassi e Zurkowski, forse di Maleh). E se in difesa c’è da valutare l’eventuale partenza di Ranieri (preziosissimo anche – e soprattutto – per le liste essendo cresciuto nel vivaio), davanti la società ha continuato a confidare fiducia a Jovic e Cabral. Senz’altro i risultati del campo a gennaio potranno confermare o meno questa convinzione.

Di
Marco Pecorini