La testimonianza di un tifoso che domani andrà a processo in Portogallo dopo essere stato arrestato e rilasciato: “Ecco cosa è successo”
Ha ancora 8 proiettili di gomma conficcati nelle cosce, sparati giovedì dai poliziotti portoghesi. Altri 5 glieli hanno estratti in ospedale a Braga, nelle prossime ore verrà operato una seconda volta a Firenze con altri due ragazzi coinvolti negli scontri. Chiede l’anonimato, un tifoso di 35 anni arrestato a Braga giovedì scorso e intervistato da La Nazione.
GLI SPARI. Un serpentone pacifico, con famiglie, donne e bambini, almeno fino a quando è scoccata la scintilla della violenza. Innescata, sostengono i tifosi viola, dall’esagerata reazione della polizia. Manganellate e spari, qualcuno – la versione dei tifosi – si è difeso. Domani i sei arrestati, poi rilasciati, saranno gli imputati del processo che si apre a Guimaraes: a vario titolo, sono accusati di violenza, rissa, resistenza a pubblico ufficiale. «La cosa che mi fa più male – afferma il tifoso – non è di essere stato ferito gravemente senza motivo, ma di dovermi difendere da accuse rispetto alle quali sono innocente. In anni di trasferte all’estero non sono mai stato coinvolto in incidenti. Ero nel corteo con amici, pare che il caos sia iniziato perchè qualcuno avrebbe deviato dal percorso salendo su un marciapiede. Stavo camminando, all’improvviso ho avvertito un forte dolore alle gambe e sono caduto. Due ragazze mi hanno rialzato e ho raggiunto lo stadio. Sono arrivato nel settore ospiti dolorante e mi sono accorto che perdevo sangue dalle gambe. Un’infermiera mi ha tolto un proiettile rimasto in superficie, e mi ha detto di andare in ospedale. Ma prima sono arrivati gli agenti che mi hanno arrestato».
Di
Redazione LaViola.it