Piatek ha bisogno di tempo per inserirsi, ma il club fa pressione su Dusan per anticipare la partenza. Italiano spera invece che resti tutto com’è dopo la sosta
Il rischio (concreto) è che quella di ieri sia stata una specie di prova generale. Un assaggio (amaro) di quello che potrebbe essere il girone di ritorno della Fiorentina. Per la prima volta in questo campionato infatti, i viola hanno dovuto fare a meno di Dusan Vlahovic, e hanno capito l’effetto che fa. Così scrive il Corriere Fiorentino.
SENZA VLAHOVIC. Certo, condannare Piatek sarebbe scorretto oltre che sbagliato. Il polacco è appena arrivato, viene da sei mesi nei quali ha giocato pochissimo ed è normale, quindi, che sia ancora parecchio indietro dal punto di vista della condizione. Ma anche dell’inserimento nel calcio di Italiano: anche Vlahovic ci ha messo un po’ ad inizio stagione. Ovvio insomma, che ieri Piatek sia parso un pesce fuor d’acqua e che, di conseguenza, i viola abbiano pagato a caro prezzo l’assenza del loro gioiello più prezioso. Poco male, se si trattasse di una sola partita. Il problema però, che non sembra preoccupare più di tanto la società, è che potrebbe diventare la normalità.
NESSUN VETO. Del resto il club sta lavorando in quella direzione e, da qualche settimana, non fa niente per nasconderlo. Le parole di Barone confermano come da parte della società non ci sia alcun tipo di veto. Nemmeno nei confronti della Juventus. La Fiorentina vuole cederlo, mettendo su Dusan tutta la pressione possibile affinché, nonostante la sua voglia di chiudere la stagione a Firenze, decida di anticipare a gennaio la sua partenza. Un lavoro ai fianchi che forse sta facendo il suo effetto e che, ora come ora, ha uno sbocco più probabile di tutti gli altri: la Juventus. Ad una condizione, però, e cioè che da Torino facciano partire un bonifico da 70 milioni, senza contropartite. Hanno una settimana per farlo e, nel frattempo, la Fiorentina continuerà a lavorare per sondare altre possibili acquirenti e, ovviamente, per cercare un eventuale nuovo centravanti. Italiano aspetta, e spera che (alla fine) tutto resti com’è.
Di
Redazione LaViola.it