Calciomercato ancora non iniziato ufficialmente (scatterà il 1° luglio), ma la Fiorentina è già protagonista
Il mercato della Fiorentina è partito in fretta. Decollato subito per un paio di motivi. Daniele Pradè, una volta superata la delusione e l’amarezza per la contestazione dei tifosi che lo ha toccato in prima persona, ha voluto rispondere con i fatti. Questione di credibilità e orgoglio professionale. Prima il rinnovo di De Gea, poi l’affare Dzeko, infine il colpo Fazzini. Un tris di operazioni ben fatte. Apprezzamento totale per il rinnovo del portierone spagnolo e per il talentino dell’Empoli. Piazza divisa invece sull’affare Dzeko, anche se la condizione fisica ottimale del bosniaco e i costi piuttosto contenuti sembrano poter prevalere sui 39 anni che indica la Carta d’Identità. Insomma, ci sarà del buono, e forse più, anche in questa operazione. Il secondo motivo è più pratico. Stefano Pioli ha auspicato che buona parte del lavoro sul mercato fosse fatta entro il raduno, quantomeno entro la partenza per l’Inghilterra. Pradè ha risposto subito, anche se chiaramente alcuni affari slitteranno a più avanti. C’è però la volontà di completare la squadra entro il debutto ufficiale. Non come lo scorso anno, quando a mercato aperto la Fiorentina perse punti decisivi con Parma, Venezia e Monza, poi rivelatisi decisivi nella corsa alla Champions e all’Europa League. Vietato lasciare per strada occasioni. Dagli errori si impara.
Mancano ancora le ufficializzazioni, ma arriveranno presto sia sul fronte Pioli che per quanto riguarda Dzeko e Fazzini. Affari chiusi. Per il giovane centrocampista massese ci sarà da aspettare il ritorno dopo la fine dell’Europeo Under 21 dell’Italia. A proposito, in bocca al lupo a lui e alla squadra di Nunziata per il quarto di finale di stasera contro la Germania. I prossimi obiettivi sembrano essere già delineati. Alla Fiorentina serve un play. Un uomo d’ordine che prenda il posto di Adli e Cataldi. Su Bennacer non c’è alcun riscontro, così come su Asllani anche se il nome potrà essere ricorrente perché ha lo stesso agente di Fazzini. Il preferito in quella zona di campo è difficile da raggiungere: Samuele Ricci. Ma gli affari col Torino sono persino difficili da immaginare. E’ comunque un discorso da affrontare più avanti.
I nomi caldi sono altri due. Tino Anjorin è il primo. Altro centrocampista dell’Empoli, costa un po’ meno di Fazzini, ma alla Fiorentina piace parecchio. Il discorso qui scivola anche sul fatto che l’Empoli non ha fretta di cederlo per un motivo preciso: deve dare il 50% del ricavato al Chelsea. Vecchia clausola, ma attualissima. Per questo Corsi non ha aperto subito alla doppia operazione. Vendendo Anjorin perderebbe un giocatore importante (questo non sarebbe in sé un problema per la filosofia dell’Empoli) ma guadagnerebbe poco. Fermo restando una valutazione di 8-9 milioni di euro, il conto della metà è presto fatto. Ma è una situazione da tenere d’occhio, perché difficilmente il centrocampista inglese accetterà di restare in Serie B.
L’altro nome che la Fiorentina tiene in caldo è quello di Sebastiano Esposito. Nei giorni scorsi si è parlato molto del fratello Pio (blindato dall’Inter fino al 2030, c’è l’ipotesi di un prestito con un riscatto alto, oltre i 30 milioni) e poco di Sebastiano. In realtà sarebbe proprio l’ex Empoli (contratto in scadenza nel 2026) la seconda punta che cerca Pradè da affiancare a Kean (almeno fino a prova contraria). Attualmente i due fratelli sono impegnati entrambi al Mondiale per Club con l’Inter. Ma l’idea di inizio estate per l’attacco viola è chiara: quattro elementi per due posti. Kean e Dzeko, Gudmundsson (poi approfondiamo il discorso) e proprio Seba Esposito. Con Beltran che dovrebbe partire, a meno che l’islandese non sia considerato un centrocampista da Stefano Pioli. E’ chiaramente un’idea del 22 giugno. Il mercato può stravolgere tutto da un giorno all’altro, compreso il futuro del centravanti della Nazionale.
Se fin qui in entrata la Fiorentina è stata una delle squadre che si è mossa di più e meglio, nel fianco di Pradè e Goretti ci sono un paio di spine pericolose, da togliere possibilmente in fretta. La prima riguarda il rinnovo (arenato) di Dodo, l’altra il riscatto che non si farà di Gudmundsson. La situazione intorno al brasiliano è nota, andare al muro contro muro non servirà a nessuno. Anche perché Dodo ha ancora due anni di contratto con la Fiorentina, per portarlo via da Firenze servirà un’offerta realmente importante, oltre i 25 milioni. Il club viola vorrebbe tenerlo a prescindere, ma ha senso tenere un giocatore scontento? Il calcio moderno dice di no. Lo sconsiglia. Ecco perché arrivare a una firma sarebbe auspicabile. Se ne riparlerà, tra richieste di commissioni esose e musi lunghi. Ma è una partita da provare a vincere.
Come una partita tutta nuova sarà quella relativa a Gudmundsson. Entro martedì la Fiorentina non lo riscatterà, al di là dei 17 milioni c’è la questione processo ancora in ballo (almeno fino a novembre) che non può essere messa da parte. Il cambio di proprietà del Genoa ha spazzato via l’accordo verbale della scorsa stagione e dunque ci sarà da intavolare una nuova trattativa. Al Genoa sono già andati 8 milioni, la Fiorentina ha incassato la volontà del giocatore di continuare in viola. Da mercoledì in avanti ognuno scoprirà le sue carte e il Genoa sarà costretto a mostrare le proprie. Ci sono davvero grandi club disposti a comprare subito l’islandese per 17 milioni a titolo definitivo? Difficile, proprio per il discorso processo. Partita che si giocherà sul prestito con l’obbligo di riscatto, per il quale la Fiorentina non vuole andare oltre i 12 milioni. Può comunque succedere di tutto, anche che Gudmundsson diventi definitivamente un ex. Ma l’obiettivo dei dirigenti viola è quello di provare a tenerlo.
Di
Alessandro Latini