L’islandese ha bisogno di occupare la scena, i 10 sono fatti così. Con le prime mosse di mercato si va verso una Fiorentina tecnica
Il colpo d’occhio è buono, scrive Alberto Polverosi nel suo editoriale sul Corriere dello Sport, anche se ora i fiorentini aspettano con trepidazione il 15 luglio, giorno in cui scadrà la clausola per portar via Kean dal Viola Park. Ma i primi quattro acquisti e le prime tre conferme portano ottimismo ed entusiasmo nella Fiorentina. L’ultima, la conferma di Albert Gudmundsson, serve per stabilire una linea, meglio, un marchio per la prossima Fiorentina: con l’islandese, Dzeko, Fazzini, Fagioli e, chissà, Kean in campo e con Pioli in panchina si va verso una squadra tecnica, di quelle che piacciono a Firenze e non solo.
La prima stagione viola di Gud non ha rispettato le attese sul piano del gioco e del rendimento. Ci aspettavamo di più, probabilmente anche lui. Giocava come se avesse bisogno di dimostrare qualcosa a qualcuno, non era quasi mai libero di pensiero. Disperdeva energie preziose in movimenti inutili, tornava fin dentro la metà campo della Fiorentina per prendere la palla dai piedi di Cataldi o di Fagioli, quando invece avrebbe dovuto garantire l’assistenza a Kean. […]
Tuttavia, nonostante queste difficoltà, nonostante una serie di infortuni che gli hanno fatto saltare la bellezza di undici partite di campionato (dove appena quindici volte è stato titolare), una di Coppa Italia e cinque di Conference League, in tutta la stagione ha segnato otto gol e piazzato tre assist. Può dare di più, non ci sono dubbi. È un giocatore che ha bisogno di occupare la scena, del calore della gente e della fiducia dell’allenatore. È una necessità che Gudmundsson condivide con quasi tutti i giocatori dotati di grande qualità. Come Rui Costa, come Mutu. I 10 sono fatti così. […]
Di
Redazione LaViola.it