La Fiorentina subisce ancora nel recupero, come a Cagliari: ma il ko con il Como è meritato. La Viola fatica in tutti i reparti
Ancora un gol nel recupero. Come a Cagliari quando i viola subirono il pareggio. Ma anche stavolta il risultato finale rispecchia quanto visto nei 90 minuti. Perché il Como ha ampiamente meritato di vincere. Per il gioco creato, per i diciannove tiri totali di cui 7 nello specchio, per l’aver dimostrato di avere una precisa idea di gioco a cui affidarsi per venire fuori dalle difficoltà. Tutto ciò di cui difetta in questo momento alla Fiorentina, scrive Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino.
MEDICINA SVANITA. Eppure il primo tempo aveva dato l’impressione che Pioli avesse trovato la medicina giusta, con il ritorno al 4-4-2 già utilizzato con successo lo scorso anno, e con una presenza in campo sicuramente più solida e quadrata. Una Fiorentina più energica, grazie anche ai nuovi Nicolussi e Fazzini in grado di alzare almeno il ritmo e il pressing offensivo. Ma, come accade quando la malattia ancora non è del tutto conosciuta, la medicina tattica ha finito il suo effetto quando è subentrata un po’ di stanchezza e quando un paziente Como a forza di far girare a vuoto i viola ha trovato più spazi.
DA NON SOTTOVALUTARE. Chi inizia a perderla, la pazienza, è invece l’ambiente. La bordata di fischi con cui è stata accolta la seconda sconfitta consecutiva (entrambe in casa) sta lì a dimostrare come il tempo della luna di miele ormai sia definitivamente scaduto con il rischio che a pressioni si accumulino altre pressioni mentre in questo momento al Viola Park serve grande lucidità. Sarebbe utile per esempio analizzare perché i viola che erano partiti con un’idea molto offensiva (addirittura il tridente) si ritrovino con solo tre gol segnati e, dato che fa ancora più preoccupare, in quattro partite abbiano tirato nella porta avversaria solo 12 volte. La Fiorentina di Pioli fatica enormemente a creare, a mettere nelle condizioni di segnare i propri attaccanti che infatti sono ancora a secco. Di contro le cose non vanno meglio in difesa. Una squadra che davanti alle difficoltà invece di mettere in campo l’agonismo, finisce quasi per arrendersi. Stanno suonando tanti campanelli d’allarme. Sottovalutarli può essere pericoloso, la classifica è già lì a dimostrarlo.
Di
Marco Pecorini