La partenza zoppicante e il confronto con il gruppo, ora la Fiorentina gira a meraviglia. E vuole continuare a sognare
Sospesi in volo. Con tutto il tempo di godersi il panorama costellato di avversari, quasi tutti a quote più basse. È stata una bella settimana per la Fiorentina, passata a ricaricare le energie con la classifica sempre davanti agli occhi. La sosta per le Nazionali non poteva arrivare in un momento migliore. Anche per questo Palladino ha deciso di concedere come premio una settimana di ferie, consapevole che a volte il riposo fisico (e soprattutto mentale) è importante quanto un buon allenamento. Così scrive il Corriere Fiorentino.
IDENTITA’. Il lavoro di Palladino non è concentrato solo sul campo. Lo si capisce dai racconti dei protagonisti. Qualcuno, come Bove, ha definito il tecnico «secchione». Un modo scherzoso per tratteggiare il carattere e il metodo di lavoro di un allenatore che in pochi mesi ha saputo imprimere un’impronta definita, identitaria, alla squadra. Ed è ancora più straordinario se si riavvolge il nastro e si ripensa alla partenza zoppicante con cui la Fiorentina aveva iniziato la stagione: è stato allora che è arrivata la svolta con il tecnico che per andare avanti ha scelto di fare un passo indietro.
COME SPALLETTI. I viola sono ripartiti da lì, dal confronto diretto tra allenatore e giocatori per trovare l’abito migliore da indossare. Qualcosa di simile, viene in mente in questi giorni di Nazionali, a ciò che ha fatto Luciano Spalletti in azzurro dopo la fallimentare spedizione agli Europei. Il mea culpa del c.t., così raro in un calcio in cui gli allenatori spesso appaiono granitici e portatori di verità indiscutibili, ha riacceso il motore degli azzurri, proprio come Palladino ha fatto con la sua Fiorentina. E se nell’anno dello scudetto napoletano Spalletti dormiva nel centro sportivo di Castel Volturno, non stupisce allora che Palladino abbia scelto di abitare al Viola Park. Un modo per essere sempre sul pezzo, per dare a tutti il buon esempio.
ESEMPI. E di modelli positivi la Fiorentina ha dimostrato di averne molti al proprio interno. Dalla voglia di riscatto di giocatori come Kean, De Gea, Bove, Cataldi (tanto per citarne alcuni) all’impegno di capitan Ranieri fino alla serietà con cui il giovanissimo Comuzzo sta ripagando la fiducia dell’allenatore e della società. Tutti pezzi di un ingranaggio che sembra girare a meraviglia in una stagione che può diventare memorabile. Crederci è il primo passo per renderlo possibile.
Di
Redazione LaViola.it