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Palladino: “La clausola di Kean? Pensiamo al presente. Comuzzo lo chiamo il soldato”

Le parole del tecnico viola sul talento di Moise Kean, il giovane Comuzzo e l’attesa per il ritorno di Gudmundsson

Nell’intervista a La Repubblica, Raffaele Palladino si è concentrato su alcuni singoli della sua rosa.

Kean l’ha voluto lei?

«Sì e la società mi ha subito assecondato. Mi sento un fratello maggiore per Moise. È il primo che ho chiamato a Firenze. Non veniva da anni importanti, ma abbiamo creduto nel ragazzo e nel calciatore. Può fare un grande campionato ma deve stare sempre bene fisicamente».

La preoccupa la clausola da 52 milioni?

«Se arriva una società che paga tutti quei soldi vuol dire che è stato fatto un grande lavoro da parte di tutti (sorride,ndr). Firenze e la Fiorentina devono godersi questo Kean. Pensiamo al presente, che è bello. Abbiamo dato un attaccante fortissimo alla Nazionale. La sua fame e la voglia di andare a far gol all’ultimo secondo col Verona sono il manifesto di quello che sta facendo. Ha una grande mentalità, non deve mai farsi condizionare da niente e qualora si distraesse lo capirei subito. È una mia qualità: lo noto subito, da chi abbassa la testa in allenamento».

Anche Comuzzo è in azzurro.

«Lo chiamo “soldato” perché è così in tutto ciò che fa. Un grande difensore, sono d’accordo con Spalletti. Ha talento nel fermare gli avversari, nei duelli individuali. Adesso viene il difficile: non lo affrontano più come un giovane ma come un nazionale».

Gudmundsson è infortunato e alle prese con una situazione processuale ancora aperta.

«Dà valore ancor di più a quel che ha fatto la squadra, senza il giocatore più atteso e pagato. L’ho visto sempre molto tranquillo, gli parlo spesso, ha una grande sensibilità. Lo aspettiamo il prima possibile».

 

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