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Palladino: “Kean il mio centravanti ideale. Zaniolo e Colpani? Soffro per chi non rende al 100%”

Palladino e Kean - Fiorentina

L’allenatore della Fiorentina racconta i protagonisti della sua stagione: la crescita di Kean, le difficoltà di Zaniolo e Colpani, la sorpresa Comuzzo

Oltre a parlare del gruppo, Raffaele Palladino ha parlato anche dei singoli nella lunga intervista al Corriere Fiorentino. A partire da Kean, la scommessa capolavoro di questa Fiorentina: “Era un mio pallino da due anni. Vedevo in lui il mio centravanti ideale. Qui ha trovato un ambiente dove tutti quanti l’hanno accolto bene, è stato amato e si è fatto amare. Ma può crescere ancora. Ha il merito di aver fatto uno step di maturità e di ambizione“.

Una maturità che se dovesse arrivare l’offerta per la clausola potrebbe fargli scegliere di restare comunque?
Conoscendo bene Moise con cui ho un rapporto fraterno so che riconosce quanto questa piazza, questo gruppo e questa società gli hanno dato. È un ragazzo di cuore e molto sensibile“.

Zaniolo e Colpani sono invece le scommesse finora più difficili…
Per Nicolò stravedo perché ha grande qualità. Ha avuto delle difficoltà in questi ultimi due anni ma qui ha trovato un ambiente che crede in lui. Riguardo ad Andrea le sue difficoltà sono state più di adattamento al sistema di gioco. Non riusciva a rendere al massimo a livello tecnico ed è stato anche troppo generoso. Ma di questo gli va dato merito. Io soffro per tutti i giocatori e quando non rendono al 100% la sento come una sconfitta e me ne prendo la responsabilità“.

L’esplosione di Comuzzo è un altro dei suoi meriti. Quando ha sentito che offrivano 40 milioni cosa ha pensato? Che erano troppi?
Mi sono sentito molto orgoglioso perché un ragazzo che veniva dalla Primavera e fa un campionato titolare in Serie A a grandissimi livelli e raggiunge anche la Nazionale se mi permettete per un allenatore è un motivo di grande orgoglio. Sono felice sia rimasto. Riguardo alla valutazione credo che a volte i valori dei giocatori vengono troppo esaltati facendo del male ai ragazzi. Comuzzo però credo che abbia un grandissimo futuro e la sua valutazione potrebbe anche crescere“.

Capitolo Bove. Ormai è quasi un componente del suo staff. In panchina si alza, da indicazioni. È una storia nella storia…
Bove è un mio collaboratore, un mio fratellino. Gli voglio troppo bene, ha una mente che è troppo matura per l’età che ha. Una persona molto intelligente e ovviamente lo coinvolgo spesso, gli chiedo pareri tecnici dopo la partita, su come ha visto la squadra. Mi dà una grande mano sinceramente, ma io non riesco a pensare all’ipotesi che Edo non possa più giocare. Sarà lui a scegliere decidere e di sicuro se un domani dovesse smettere di giocare, lui sa che nel mio staff ci sarà sempre posto per lui“.

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