La stagione 2022-23 è ormai volta al termine per la Fiorentina. Come di consueto, fine anno, tempo di pagelloni con l’analisi dei singoli
Finita la stagione 2022-23 è tempo di pagelle per la Fiorentina. Ecco le votazioni dei dirigenti viola dopo aver ottenuto in Serie A l’ottavo posto, aver raggiunto ma perso la Finale di Coppa Italia e aver raggiunto e perso la Finale di Conference League.
ITALIANO 6.5 Gestire per la prima volta in carriera il triplice impegno non è stato facile. Tanto che a inizio stagione sono stati lasciati per strada tanti punti che hanno poi costretto la Fiorentina a dover fare tutto il 2023 di rincorsa. Alla fine in bacheca non resta nulla, ma va dato merito a Italiano di aver raddrizzato la barra dopo un periodo molto complicato e aver fatto un girone di ritorno da altissima classifica, con un campionato chiuso a 6 lunghezze di distanza dalla precedente annata e raggiunto due finali, con 60 partite giocate (un record). Sia in quella di Coppa Italia che in quella di Conference League, inoltre, la Fiorentina avrebbe meritato molto di più. Non va dimenticato che per tutta la prima parte di stagione Italiano ha dovuto fare a meno di Nico Gonzalez, Castrovilli, con Dodo a mezzo servizio e dovuto fronteggiare tanti problemi per i difensori, oltre all’aver dovuto disputare tutta la stagione con due punte che teoricamente dovrebbero fare la differenza in questo sport, e che in rari momenti sono riusciti a fare. Tanti i cambiamenti operati a stagione in corso: dal modulo, passato da 4-3-3 a 4-2-3-1, tornato poi 4-3-3 e nuovamente 4-2-3-1, agli spostamenti di una difesa da inizialmente alta a più bassa e bloccata ad una nuovamente più alta, dall’intuizione di Amrabat basso con Quarta regista, fino all’abbandono del turnover totale dando maggior continuità ad alcuni elementi piuttosto che ad altri. Va anche dato merito a Italiano di aver tenuto tutti sulla corda. A volte alcuni interpreti non hanno ripagato la fiducia, ma nel momento del bisogno sono stati comunque utili, avendo dalle rotazioni più benefici che tasse. Se la Fiorentina è arrivata a disputare due finali è anche e soprattutto per l’identità che Italiano ha dato alla sua squadra. Se la Fiorentina non è riuscita ad alzare al cielo né la Coppa Italia né la Conference League è stato, forse, per lo stesso motivo. Pregi e difetti.
SOCIETA’ 6 Se la Fiorentina avesse alzato al cielo un trofeo, o due, questa società/proprietà avrebbe fatto la storia. Purtroppo, però, negli annali ci finiscono Inter e West Ham. Col senno del poi si potrebbe stare giorni a discutere sulle scelte di inizio stagione, dalle punte al portiere fino ai centrali e gli esterni offensivi, o su come l’allenatore avrebbe dovuto farli rendere, ma non si troverebbe una risposta definitiva che metta tutti d’accordo. Resta, comunque, la buona gestione di alcuni casi spinosi come quelli Amrabat e Gonzalez a gennaio, così come l’ennesimo ottimo lavoro sul settore giovanile. Sull’extracampo va sottolineata la realizzazione ormai prossima all’inaugurazione definitiva del Viola Park, oltre ad alcune battaglie su temi di sostenibilità del calcio (unica squadra in A assieme alla Cremonese a pagare i contributi senza attingere allo spalma-debiti) e del rispetto delle regole finanziarie che, forse, porteranno a qualcosa. Forse. Anche dalle sentenze Uefa su tale argomento dipenderà l’accesso, o meno, ad una nuova edizione di Conference League.
Di
Gianluca Bigiotti