La stagione 2022-23 è ormai volta al termine per la Fiorentina. Come di consueto, fine anno, tempo di pagelloni con l’analisi dei singoli
Finita la stagione 2022-23 è tempo di pagelle per la Fiorentina. Ecco le votazioni dei calciatori viola dopo aver ottenuto l’ottavo posto in Serie A, aver raggiunto ma perso la Finale di Coppa Italia e aver raggiunto e perso la Finale di Conference League. Si parte da portieri e difesa:
TERRACCIANO 6 L’anno scorso mise dietro Dragowski, quest’anno si è ripetuto con Gollini. Ogni volta che la sua titolarità è stata in discussione se l’è (ri)presa con stagioni più che sufficienti. Se la Fiorentina è arrivata a giocarsi la finale di Conference è anche per merito suo. Nella gara col Twente in Olanda fece una partita memorabile. Nel mezzo tante partite di sostanza, con qualche imperfezione qua e là. Riassumendo, poche topiche e pochi veri miracoli.
SIRIGU S.V. Arrivato a gennaio per sostituire Gollini. Due presenze per lui, prima di finire anzitempo la stagione a causa di un grave infortunio. Non impeccabile col Braga nel 3-2 della gara di ritorno al Franchi, a suo modo decisivo a Cremona in Serie A quando disse di no ad un paio di tentativi dei grigiorossi risultando molto utile nello 0-2 finale.
CEROFOLINI 6.5 Molto bravo nella gara interna con la Roma, positivo a Torino e col Sassuolo, quasi inoperoso nella partita con la Sampdoria e con l’Udinese. Considerando che erano le prime apparizioni in Serie A, la valutazione non può che essere molto positiva con ottime sensazioni lasciate in ottica futuro, in attesa di capire se e come proseguirà la sua carriera, se ancora a Firenze o altrove in prestito per trovare continuità e crescere.
GOLLINI (fino a gennaio) 5 Chissà che non si aspettasse altro, cioè di essere il titolare, e che abbia accusato la pressione di essere fin da subito messo in discussione. Fatto sta che la prima parte di stagione di Gollini non è stata certamente da ricordare. Anzi. Dal gol su calcio d’angolo preso con la Cremonese passando per la clamorosa topica di Istanbul in Conference, sono più le cose negative che quelle positive messe in archivio. Tanto che la sua avventura in maglia viola era terminata già a metà stagione, con approdo al Napoli dove ha messo a referto poche apparizioni vincendo comunque lo scudetto con gli azzurri.
VENUTI 5.5 Attaccamento alla maglia e alla causa viola innalzano una votazione che, dal punto di vista tecnico, sarebbe forse stata più bassa. Nella prima parte di stagione, a causa delle iniziali difficoltà di inserimento con successivo infortunio di Dodo, ha trovato più spazio che nella seconda. Quando il brasiliano ha cambiato marcia, non per caso, lo ha fatto anche la Fiorentina, con Venuti che è rimasto per diversi mesi a guardare. Il trittico di errori di inizio stagione resta agli archivi: Udine (anche se poteva essere fischiato fallo), Istanbul (con compartecipazione di Gollini) e Inter, errori da matita blu che hanno segnato la sua stagione. Da evidenziare l’ottima gara col Milan a San Siro, l’errore col Lech Poznan che spianò la strada al primo gol dei polacchi ed anche alcune buone prove qua e là. Non certo elegante il ‘Torreira? Morto un Papa se ne fa un altro’. In bocca al lupo per il proseguo della carriera ancora, comunque e sempre da tifoso della Fiorentina.
DODO 6.5 Quando ha cambiato marcia, dopo un normale periodo di adattamento al calcio italiano, di Italiano ed essendo reduce da mesi di inattività, si è visto un calciatore di altro livello. Personalità e simbiosi col pubblico degne di nota, accelerazioni da centometrista e tanta gamba. Peccato per quell’infortunio accusato nel mezzo della prima parte di campionato, proprio quando aveva iniziato ad ingranare (da ricordare come sia stato uno dei pochi ad annientare Kvara in Fiorentina-Napoli). La sensazione è che l’anno prossimo, dopo una stagione di rodaggio e sperando in un po’ di continuità, possa fare ancora di più la differenza.
TERZIC 6 Molto prezioso quando c’è stato da far rifiatare Biraghi e/o sostituire Dodo/Venuti giocando anche a fascia invertita, soprattutto nel girone di Conference. Qualche assist qua e là col suo mancino insidioso e la soddisfazione di aver trovato il primo gol in Serie A con la Sampdoria. Peccato per quello stop accusato a Verona quando stava scalando gerarchie e per quel post social che poteva risparmiarsi. Rispetto al passato, però, la crescita è stata evidente.
BIRAGHI 6 3 gol (tra cui quello da metà campo a Verona) e l’essere andato in doppia cifra di assist, tra cui un autogol e un rigore procurato, non sono bastati a portare la Fiorentina sul tetto d’Italia o d’Europa, ma hanno contribuito a portarla in due finali. Notevole il suo apporto in zona offensiva, con tuttavia i soliti difetti in fase difensiva che sono emersi in maniera lampante tra qualche linea del fuorigioco sbagliata e qualche disattenzione di troppo. La finale di Conference è stata l’esempio di ciò che, ancora, è un suo limite. A suo merito va l’averci messo sempre la faccia, sempre, da capitano.
QUARTA 5.5 L’inizio di stagione era stato preoccupante tra buche e marcature perse. Poi un notevole cambio di marcia e il nuovo passo indietro nel finale. Diverse le partite in cui ha sbagliato lo sbagliabile, come a Monza, con qualche errore anche nella finale di Roma contro l’Inter. Errori di concetto che l’argentino ha sempre commesso, come il voler cercare sempre l’anticipo e il rapido recupero del pallone piuttosto che temporeggiare, con tanta difficoltà nel mantenere sempre al massimo la concentrazione.
IGOR 5 Esaltante la stagione scorsa, disastroso in questa. Pochissime le partite sufficienti da parte del difensore brasiliano, in enorme difficoltà ogni volta che gli avversari partivano con imbucate centrali, come col West Ham. Irriconoscibile. Il nodo su cui tanto era cresciuto, ovvero la concentrazione e la sicurezza nei propri mezzi, è da ritrovare.
MILENKOVIC 6 Tanti problemi fisici, qualche partita da vero Milenkovic e qualche altra da rivedere. 3 gol messi a referto. Qualche difficoltà sulla tenuta della linea del fuorigioco, ma comunque sempre, o quasi, affidabile.
RANIERI 7 E pensare che non era stato neppure convocato per il ritiro di Moena né per quello in Austria. Alla fine è rimasto in rosa, anche per un discorso di liste, ed ha dato un contributo molto importante alla stagione della Fiorentina. Non solo come alternativa, ma anche come titolare in alcune gare non certo di secondo piano come quelle con Juventus, Lazio, nel ritorno col Sivasspor, nell’andata col Lech Poznan e nell’andata col Basilea fino alla finale di Conference League in cui è stato il migliore dei difensori. Più tanti altri subentri come in Svizzera. In mezzo alle tante amnesie avute dai compagni di reparto è stato a lungo il più affidabile.
Di
Gianluca Bigiotti