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Editoriali

Ora viene il bello, anche essendo brutti. Col Parma altro esame, come le successive tre gare dei viola

Palladino - Fiorentina

La Fiorentina batte il Celje, non esaltando, ma vince e mette in discesa la strada verso le semifinali. Ora arriva il Parma

Non si può certo dire che la Fiorentina abbia convinto in Slovenia. Ma ha vinto, ed è già qualcosa. Non è certo la prima volta che la squadra di Palladino soffre contro le piccole. O meglio non incanta (soffre è eccessivo), perché in fin dei conti il Celje non è che sia stato arrembante o pericolosissimo, fatta eccezione per un paio di occasioni oltre al rigore dell’1-2, comunque un numero superiore a quelle che la Fiorentina aveva concesso ad Atalanta e Juventus messe assieme.

Mettiamola così: rispetto ad altri momenti di questa stagione, la prestazione col Celje è ben più che digeribile. In fondo la Fiorentina ha vinto, in trasferta, ha messo in discesa la strada verso la semifinale di Conference League, ha risparmiato parzialmente o interamente le energie a diversi suoi big, il tutto dopo aver fatto 7 punti in Serie A con Milan, Atalanta e Juventus. In altri momenti, come quando si sono susseguite le prove di Verona, Monza, in casa col Genoa o altre, una prestazione del genere sarebbe stata ben più che preoccupante.

Poco male, a patto che adesso la Fiorentina si ritrovi e faccia filotto (o almeno 7 punti) con Parma, Cagliari ed Empoli, oltre ad eliminare il Celje giovedì prossimo. Che ci siano un dislivello tra KeanGudmundsson e BeltranZaniolo è ormai cosa nota. Gli ultimi due sono alternative, così come Moreno e in questo momento qui Adli, Folorunsho e pure Comuzzo. Nel caso del classe 2005 non è tanto un discorso di valori e forza, quanto tattico. A tre con Pablo Marì è un conto, a tre senza Pablo Marì è tutt’altro. Con Fagioli la Fiorentina è un’altra cosa a livello di idee di gioco, con Gud e Kean ha tutt’altra incisività, così come con Dodo a tutta fascia. Perciò, come detto, poco male (bis).

A patto che adesso, con avversari all’orizzonte della stessa tipologia degli sloveni, la Fiorentina ritrovi la qualità evidenziata nei precedenti tre big match. Va bene anche che soffra un po’, a patto che arrivino punti pesanti nella corsa all’Europa che conta, o almeno a quella che sia di un livello superiore alla Conference League. E finché De Gea mette pezze, col rientro dei titolarissimi (Gosens escluso), c’è di che ben sperare.

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