Dietro al momento d’oro che sta vivendo la squadra ci sono i tanti ultimi arrivati in estate
Raffaele Palladino ha ribaltato le sue idee da uomo intelligente oltre che giovane allenatore rampante, per andare incontro al materiale tecnico e umano a propria disposizione. La sinfonia che ne esce a ora, scrive Repubblica, è celestiale con sei vittorie ed un pareggio nelle ultime sette partite. E dire che quasi ogni elemento della rosa della Fiorentina può legittimamente parlare di rivalsa dopo che qualcuno negli ultimi tempi non credeva in lui. Un elenco interminabile di calciatori di rilievo che per qualche motivo non è stato apprezzato a dovere riunitosi sotto lo stesso tetto, il Viola Park.
Grazie ad un lavoro che ha riportato il ds Pradè agli onori un po’ come nel lontano 2012. La rivoluzione estiva ha portato acquisti in doppia cifra ed una valanga di dubbi che per un paio di mesi più che diradarsi si moltiplicavano. Le modifiche a sistema e principi di gioco, la condizione migliorata e la reciproca conoscenza cresciuta verticalmente hanno trasformato una squadra in grande difficoltà in una capace di battere Lazio, Milan e Roma a raffica. Rifilando sei reti in trasferta al Lecce oltre che abile a conquistare sei punti su sei in Europa. Ed ecco che anche le scelte sui giocatori portati a Firenze hanno improvvisamente virato verso il bello dando valore al lavoro fatto sul mercato.
«Firenze è una sfida per me, in passato mi hanno sottovalutato» ha sibilato Kean nel ventre del Franchi dopo la super gara contro la Roma. Frase detta senza astio, semmai con la determinazione di chi vuol far capire quanto sia stato sbagliato il concetto. Detto di Kean poco apprezzato dall’ambiente Juve, cosa pensare di Bove: non se ne sarebbe mai andato dal suo mondo, quello della Roma, se quel mondo avesse continuato a credere in lui. Sull’altra sponda della Capitale, quella laziale, ecco Cataldi. Che si è visto sfilare la fascia di capitano da Zaccagni sentendosi un di più nellasocietà del presidente Lotito. Senza Pioli a proteggerlo anche Adli non aveva un ruolo centrale nel Milan che non ha fatto fatica a lasciarlo andare.
Dai rossoneri all’Inter, che nell’estate del 2023 ha ceduto Gosens in Germania (all’Union Berlino) dopo un anno e mezzo passato a cercare di ritagliarsi un posto al sole sulla corsia di sinistra. Tante presenze da subentrato, meno da titolare, fino al rientro in patria. Da dove la Fiorentina lo ha prelevato. Non che quella di De Gea sia una storia semplice dopo il non rinnovo con il Manchester United e l’anno di inattività in attesa della chiamata giusta da un club attraente in una città affascinante. Firenze ha rappresentato tutto questo ed il campo ha parlato. De Gea è ancora un fenomeno tra i pali malgrado lo scetticismo della gran parte del mondo del calcio nei suoi confronti

Di
Redazione LaViola.it