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Nazione: cuore e sfottò, arriva l’Empoli. Ma non chiamatelo derby

La trasferta in motorino, gli striscioni reciproci. Ma in Toscana ci sono campanili feroci e fantastici, non derby

Per favore, non chiamatelo derby, scrive Stefano Cecchi su La Nazione. Sfida affascinante, con grande rivalità e tutto quello che volete, ma Fiorentina-Empoli non è una stracittadina. Perché il derby nella sua essenza è altro. E’ duello fra anime diverse di una stessa città. Qualcosa da attendere per un anno intero e poi vivere con la sofferenza di chi sa che questo deciderà la fortuna o la sciagura di un’intera stagione sportiva. Non è una città divisa in due anime, ma due città dall’anima diversa distinte dal campanile, come lo sono sono quasi tutte le sfide toscane.

SFOTTO’. Fiorentina-Empoli può essere sfida del cuore, rumori lontani di gioie e dolori, Edmundo che lascia sul posto Bianconi meravigliando calcio e dall’altra parte Martusciello, Pucciarelli ed Ekstrom eroi omerici. Può essere piccola leggenda da raccontare a tavola con gli amici, la trasferta tutti in motorino, lo stadio dell’Ikea, il Jaiss chiuso, il santone necessario più che Santana e gli altri striscioni sfottò reciproci, le amicizie e i gemellaggi insoliti (Catanzaro per i viola, Fasano per gli azzurri). Roba che infiamma il cuore, che accende la passione, ma che non è derby. In Toscana non ci sono derby, ci sono solo campanili feroci e fantastici, Pisa contro Livorno, Siena contro Grosseto, Pistoia versus Prato, Massese e Carrarese. Qualcosa di struggente che solo noi toscani abbiamo. Altro che la banalità di un derby.

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