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Editoriali

Momento clou. Serve rilanciare, ma soprattutto farlo bene. Altrimenti si fa dura per Commisso

Commisso - Fiorentina

Momento decisivo per le sorti della Fiorentina. Commisso ha la grande opportunità di rilanciare dopo l’addio di Palladino

Il momento è decisivo per le sorti della Fiorentina. Rocco Commisso ha la grande opportunità di ricomporre la frattura con una parte di tifoseria (una fetta importante, tra i gruppi della Fiesole e l’ACCVC) coi fatti, trasformando le dimissioni di Palladino e il caos che ne è succeduto nell’occasione giusta per rilanciare, oppure…No, non c’è altra via.

Piaccia o meno alla proprietà – che, per carità, ci mette i soldi, perciò può decidere come e cosa più crede –  questa piazza non si può accontentare di un sesto posto dopo anni di settimi/ottavi. Anche perché le premesse, per cui Commisso è stato accolto come un ‘salvatore della patria’, erano altre. Firenze non si accontentava dei quarti posti di Corvino-Della Valle, rimproverando al dirigente salentino di non poter distruggere scientemente i sogni dei tifosi quando diceva che ‘il nostro Scudetto è il quarto posto’. Eh no. Magari si può applaudire un sesto posto, sì, ma a patto che esso sia un punto di partenza. Come avrebbe dovuto essere la prima/seconda partecipazione alla Conference League. E invece la Fiorentina è ancora lì. Sempre lì. Ok, qualche punto meglio e un post avanti, ma insomma…

Rispetto agli anni dei DV e Corvino, è giusto ribadirlo, il calcio è cambiato. Adesso ci sono paletti più stringenti, i ricavi sono ancor più importanti per poter investire di più, sia a livello di FFP Uefa che Nazionale (quest’ultimo è ancora in stato embrionale, ma presto diverrà operativo). Ma, e questo forse è il vero nodo della questione, nessuno ha chiesto che si facciano follie, ma che quello che si ha/può s’investa bene. Anzi, meglio. In senso assoluto, ma anche relativo, cioè in relazione a chi, negli ultimi anni, ha saputo fare meglio. Dispiace se a qualcuno dà fastidio sentirselo dire. Ma l’Atalanta ha fatto meglio, adesso il Bologna sta facendo meglio. Il Napoli in pochi anni ha doppiato la storia della Fiorentina, adesso è una squadra top d’Europa. Anche la Lazio di Lotito, inizialmente sbeffeggiato con quel ‘vi meritereste Lotito ‘ ha fatto meglio. Quest’anno forse no, ok. Lo ha fatto pure la Roma. Perché altrove ci sono riusciti e qui no? E parliamo di realtà che non avevano niente più della Fiorentina quando hanno iniziato il loro percorso virtuoso, chi mantenendosi chi facendo più alti e bassi. Sarà stata tutta colpa dell’allenatore che qui ha perso tre finali e altrove l’ha vinta, oppure si sono commessi degli errori? In virtù di questo cambiamento del calcio, preso atto dell’impossibilità di cambiare la vicenda Stadio Franchi, che ormai sta seguendo un iter immutabile, la vera domanda richiederebbe un’analisi un po’ più profonda del “dimmelo te come si fa”. Altri ci sono riusciti. La Fiorentina sta facendo un’enorme fatica. E, anche se ci avesse messo il 150%, questo non sta bastando. O, almeno, non c’è la percezione che ciò sia stato fatto.

Aumentare i ricavi lo si può fare solamente investendo bene, sul calcio e sulle infrastrutture. Ma prima sul calcio, perché di uno stadio bellissimo, di proprietà, coperto, per Fiorentina-Lask Linz di Conference League ci sarà sempre e comunque pochissima gente. Con le belle infrastrutture si può spendere di più, certo. Ma il problema è che qui si è speso male, non poco. E tante altre situazioni sono state gestite seguendo una mentalità che col calcio hanno poco a che vedere. Dispiace, ma è così.

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