A Palladino serviranno comunque i risultati per rafforzare la propria posizione. A partire da stasera. Serve la miglior Fiorentina, trascinata da Kean e Gudmundsson
Il Franchi di oggi è un cantiere prestato al calcio, niente a che vedere con la bolgia di San Siro che martedì ha accompagnato l’Inter in un’impresa epica contro il Barcellona, scrive Alessandro Mita nel suo editoriale sul Corriere dello Sport. Ma i 22.000 che stasera assisteranno a Fiorentina-Betis Siviglia sapranno trasformare lo stadio-cantiere in un anfiteatro di immensa passione. Tutti lì, a spingere i viola verso la terza finale consecutiva di Conference League. Dopo aver discusso (chi positivamente, chi negativamente) la notizia annunciata ieri: il prolungamento unilaterale del contratto di Palladino fino al 2027.
Mossa a sorpresa ma quasi scontata visto il feeling tra l’allenatore e Commisso, un segnale di continuità e di fiducia alla vigilia della gara che probabilmente deciderà la stagione. Palladino è in un percorso di crescita personale, ha lavorato bene (il rilancio di Kean è un capolavoro, le 8 vittorie di fila in campionato un altro), ma ha avuto dei periodi di crisi (troppe volte si è vista una Fiorentina scialba, soprattutto contro le medio-piccole). Di certo, la scelta della società viola appare calcisticamente logica. Ha preso un allenatore dal Monza, lo sta vedendo fare esperienza, quell’esperienza che servirà la prossima stagione per provare a migliorare ancora: perché disperdere il lavoro fatto prima di aver capito fino in fondo dove potrà condurre?
A Palladino, sul quale la tifoseria è divisa come lo è stata nei tre anni di Italiano, servono comunque i risultati per rafforzare la propria posizione, a partire appunto da stasera. Dopo l’Inter, il calcio italiano ha l’opportunità di mandare un’altra squadra all’ultimo atto di una competizione europea e i viola potranno raccogliere l’onda lunga della leggendaria partita dei nerazzurri, quella carica emotiva che spinge verso il trionfo. Il Betis non è il Barça, le proporzioni sono evidenti, ma per superare gli spagnoli servirà una Fiorentina piena, consapevole, coraggiosa, unita, attenta, votata al sacrificio e alla fatica, con un cuore grande così, all’altezza della propria storia. […]
La partita di andata, nonostante la sconfitta, ha lasciato delle buone sensazioni: il Betis non è imbattibile, la Fiorentina può ribaltare il 2-1 incassato nei primi 90 minuti. A patto però che stasera esca fuori la versione migliore dei viola, quella che è apparsa in diverse occasioni ma non in maniera continua. Serve una Fiorentina piena di qualità e personalità, capace di esprimere tutta la forza di quella che effettivamente è la miglior squadra dell’era Commisso.
E qui il pensiero non va solo a Moise Kean, il giocatore che più di ogni altro può guidare i viola alla finale di Breslavia: stavolta il pensiero va ad Albert Gudmundsson, il vero investimento della scorsa estate, quando ancora non si poteva prevedere quanto sarebbe stato determinante Kean. Se l’attaccante azzurro ha sorpreso e incantato, l’islandese è rimasto impantanato in una sorta di “vorrei ma non posso”: le premesse e le promesse non sono state mantenute. Oggi anche la stessa Fiorentina si interroga: riscattarlo o no? La partita di stasera potrà dare un’indicazione precisa, i viola hanno bisogno di tutta la bravura che Gudmundsson può sprigionare. […]
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Redazione LaViola.it