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Editoriali

Dopo ‘migliorare l’anno precedente’ e ‘la parte sinistra della classifica’ cambiano gli obiettivi. Fiorentina ambiziosa, anche se in estate sono tutti campioni

Dopo il ‘migliorare l’anno precedente’ e ‘la parte sinistra della classifica’ cambiano gli obiettivi. Fiorentina ambiziosa. Adesso tornerà a parlare il campo

In principio fu “migliorare l’anno precedente” l’obiettivo della Fiorentina, per ammissione dello stesso patron viola Rocco Commisso, con poi innalzamento moderato dell’asticella fino a “la parte sinistra della classifica”. Due stagioni fa non andò secondo i piani, l’anno scorso sì. La stagione che è ormai prossima a partire, in attesa di quelle di Commisso, ha visto in fase di avvicinamento un dilagante ottimismo tra i protagonisti viola. Quasi tutti i calciatori hanno parlato di obiettivo Champions, o quantomeno di lottare per tale traguardo, ostentando voglia di disputare anche un’importante Conference League. In pochi si sono nascosti, denotando una forte presa coscienza dei propri mezzi ed una convinzione reale di poter ambire ad obiettivi importanti.

CONVINZIONE, NON ARROGANZA. Convinzione non vuol dire arroganza. E’ vero che le sorti di questa Fiorentina dipenderanno da tanti se, che posano però su basi e speranze concrete, piuttosto che su utopie. Se Jovic tornasse quello di Francoforte, d’altronde, non è come dire ‘se mia nonna…(conclusione a scelta)’, ma su un potenziale che l’ex Real ha solamente smarrito dopo essersi trovato davanti il miglior Benzema di sempre (prossimo pallone d’oro). Molto passerà dal serbo, così come le fortune di chi lotta per gli stessi traguardi dipendono dai vari Abraham, Immobile, Osimhen, che la Fiorentina non ha avuto da quando si è privata di Vlahovic nella scorsa seconda metà di stagione quando, chissà, avrebbe anche potuto insidiare chi è arrivato al quarto posto. Dietro è rimasto tutto invariato, se non che al posto di Odriozola ci sarà Dodô, dal valore tecnico più o meno equivalente al basco, anche se con meno esperienza. L’altra differenza la faranno gli esterni d’attacco. Così come nella Roma la potrebbe fare Dybala (oltre ad Abraham), nel Napoli la facevano Insigne, Politano e Mertens (oltre a Osimhen), servirà che i vari Gonzalez, Sottil e Saponara cambino passo (oltre al centravanti). E non è utopia, perché l’argentino è un titolabile dell’Argentina che l’anno scorso ha dovuto fare i conti con svariate problematiche tra cui un mese di stop per Covid-19 e continui viaggi in Sudamerica per un calendario mai così fitto. Le fortune della Lazio, oltre ad Immobile, le hanno fatte i centrocampisti Luis Alberto e Milinkovic-Savic, reparto in cui la Fiorentina deve trovare un valore aggiunto importante dal mercato negli ultimi giorni che ci separano dal gong finale di questa sessione.

IL CAMPO. 85 giorni dopo il 2-0 alla Juventus che ha permesso ai viola di qualificarsi per i preliminari di Conference, tornerà a parlare il campo, stavolta quello  vero, dopo amichevoli varie e conferenze stampa. Cremonese, Twente, Empoli, Twente, Napoli, Udinese, Juventus, Conference (in caso di superamento del playoff), Bologna, Conference, Verona prima della sosta è il programma, il tutto in un mese. Partire col piede giusto, come detto da Commisso nelle sue prime parole dal ritorno in Italia, potrebbe dare ulteriormente carica ad una Fiorentina che è convinta di poter stare in alto. Fin qui lo ha fatto a parole, adesso sarà la volta della riprova dei fatti.

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