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Mareggini: «Troppe scelte sbagliate sui giocatori. A De Gea chiederei di arrabbiarsi di più»

Le dichiarazioni dell'ex portiere viola sul momento della squadra di Vanoli

L'ex portiere della Fiorentina, Gianmatteo Mareggini, ha parlato a Il Pentasport di Radio Bruno: «Purtroppo è anche difficile commentare, se tutti sapessero il perché di questa situazione, ognuno potrebbe tirar fuori il meglio di sé per aiutare la società. E' una situazione figlia di tante situazioni sbagliate. Si dà troppa poca importanza alle situazioni fuori dal campo, ma che poi si ripercuotono sulle prestazioni della squadra. Tante scelte sbagliate su giocatori e perché non hai completato bene la rosa. Tutti all'inizio avevamo detto che eravamo contenti del mercato, fino a che non si sono infortunati Gosens e Dodo: qualcuno fuori dal campo avrebbe dovuto risolvere i problemi di Dodo, perché non è sereno e lo sa anche lui che potrebbe fare di più. Il gioco della Fiorentina dello scorso anno era basato tutto sugli esterni Dodo e Gosens e le palle in verticale per Kean, cosa che quest'anno non arrivano più. Il problema per me è più l'indebolimento in mezzo al campo e il calo degli esterni che lo scorso anno avevano fatto faville, tutto ciò ha portato a un indebolimento totale della squadra. La struttura della squadra non è più solida. I giocatori come Pablo Marì che oggi vengono criticati, sono buoni giocatori e lo scorso anno lo avevano dimostrato». 

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VANOLI. «Paolo lo conosco bene. E' un caratteriale preparato. C'è la necessità di cambiare qualcosa e credo ci sia arrivato anche lui. Fin qui ha provato a insistere con la struttura che aveva portato a risultati lo scorso anno. Con tre centrali sembra di essere coperti, ma se il centrocampo non filtra…».

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TESTA. «Sembra una squadra impaurita. Il problema caratteriale è più importante di quello tattico. Già lo scorso anno mancava personalità. A parte Mandragora e Ranieri non c'è nessuno. De Gea è tra i più forti in Europa, ma gli chiederei di arrabbiarsi di più. Sono una serie di particolari per far cambiare le cose. Gosens è un leader silenzioso e lo vorrei in campo anche al 60%. Fagioli è un talento puro, ma va lasciato libero di agire senza compiti di contrastare o di marcatura: a Bergamo c'era lui nelle situazioni in cui abbiamo subito gol».

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