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Editoriali

Lo sforzo di vedere il bicchiere mezzo pieno, senza ignorare delle note dolenti che possono (e devono) essere corrette

Terza gara ufficiale alle porte per la Fiorentina. Fin qui due vittorie su due, con buone indicazioni ma anche qualche criticità

Il tour de force di questo avvio di stagione non attende. Dopo Cremonese e Twente sulla strada della Fiorentina c’è l’Empoli. Tante le note positive con cui i viola arrivano alla gara del Castellani, con anche svariati tasti dolenti da non ignorare ma da correggere, per il più classico dei dibattiti sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.

Non saranno state due vittorie roboanti quelle rimediate dai ragazzi di Italiano con Cremonese e Twente, ma trattasi comunque di due successi. Uno che ha permesso alla Fiorentina di mettere in classifica i primi tre punti della stagione, l’altro di andare a giocarsi l’accesso alla Conference League potendo contare su due risultati su tre (eventualmente anche tre su tre in caso di ko col minimo scarto a supplementari e/o rigori).

DAVANTI-DIETRO. 5 gol segnati, 3 subiti recita lo score dei primi due impegni ufficiali, con 40 tiri totali verso lo specchio avversario e 5 totali concessi agli avversari. La Fiorentina, dunque, crea tanto ma spreca troppo, mentre concede poco ma incassa gol con troppa facilità. Allo stesso tempo non riesce a chiudere le partite quando andrebbe fatto, permettendo agli avversari di riaprire contese che, per prestazione e livello degli avversari, potrebbero tranquillamente finire in goleada. Fin qui nulla di nuovo ma…non va dimenticato che Italiano non ha potuto contare nei primi due impegni del miglior centrale per rendimento dell’anno scorso, Igor, e si è dovuto affidare ad un calciatore in grande difficoltà come Quarta e ad un altro palesemente sottolivello rispetto agli altri come Nastasic. Dodô, inoltre, ha giocato solo una manciata di minuti dopo mesi di inattività. Il brasiliano non può che crescere. Nella sua casella di competenza, fin qui, hanno giocato un calciatore fuori ruolo e un’alternativa, costringendo la Fiorentina a spingere solo da una parte, a sinistra.

IN MEZZO. La mediana è il reparto che più divide. Se…la Fiorentina dovesse chiudere per Barak, come sembra ormai essere intenzionata a fare, potrebbe sistemare una lacuna che è apparsa evidente anche sul campo, al pari di come pareva esserlo anche sulla carta. Il centrocampista di inserimento che sappia muoversi anche tra le linee serve come il pane a questa squadra, che non può affidarsi al solo Bonaventura e attendere che Castrovilli si rimetta, o che Zurkowski e Maleh sboccino. Duncan, inoltre, ha altre caratteristiche, utili, ma non paragonabili a quelle che garantirebbe Barak. Amrabat non ha sfigurato in cabina di regia, pur dando l’idea di non essere il regista classico per tempi e visione di gioco, mentre Mandragora ancora è ingiudicabile. Con l’innesto di Barak la Fiorentina farebbe un salto di qualità ulteriore, non tanto a livello quantitativo ma soprattutto qualitativo.

ESTERNI. Di alcuni singoli abbiamo detto, ma al di là del valore specifico del calciatore, delle più svariate attenuanti e di errori individuali che hanno caratterizzato l’andamento delle gare con Cremonese e Twente, va sottolineato l’avvio di stagione di gran livello di Riccardo Sottil. Può essere il suo anno? Dai segnali evidenziati fin qui le premesse sembrano poterci essere. La continuità sarà la vera discriminante, perché che abbia qualità importanti è fuori discussione. Lui e Gonzalez, così come Kouame, hanno messo a referto due gare in cui, finalmente, gli esterni hanno iniziato a fare ciò che chiede Italiano: gol e assist. Tutti tranne Ikoné che, tra precampionato e prime due gare ufficiali in cui ha giocato pochi minuti soltanto col Twente, continua a sembrare un pesce fuor d’acqua.

TURNOVER. Dosare le risorse e fare scelte giuste, sia nell’undici iniziale che nei cambi a gara in corso, sarà ulteriormente fondamentale per Italiano e per la Fiorentina, col tecnico viola chiamato per la prima volta in carriera a doversi confrontare con una serie di impegni così ravvicinati che impongono il ricorso al turnover e ad un lavoro di preparazione alle partite anomalo rispetto al poter giocare una gara a settimana. Importante, inoltre, sarà riuscire a gestire le energie durante le partite, coi calciatori in campo che, com’è logico che sia, non potranno andare a mille all’ora sempre. Tra lo spingere molto e farlo troppo finendo poi la benzina, ancora dev’essere trovato il giusto equilibrio. L’identità di squadra, tuttavia, appare chiara e rinforzata dalla continuità di un percorso intrapreso un anno fa.

MEZZO PIENO-MEZZO VUOTO. Di elementi che inducono a considerare il bicchiere mezzo pieno, insomma, ce ne sono eccome. Di criticità ce ne sono, com’è normale che sia, ma l’innesto di Barak andrebbe ad aumentare fiducia e valore di una Fiorentina che ad Empoli e giovedì col Twente proverà a centrare il massimo risultato, in attesa di poter riempire il bicchiere fino all’orlo, magari con l’acquisto anche di un centrale difensivo importante, o comunque più affidabile di Nastasic, sperando che Quarta possa ritrovare se stesso. Ma anche questo, così come che servisse una mezz’ala di qualità, era cosa nota. E chissà che, dopo l’accelerata per il calciatore del Verona non ne possa arrivare un’altra a strettissimo giro di posta.

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