L’estate decisiva per Tommaso Martinelli. Dov’erano Toldo, Frey, De Gea e altri portieri top alla sua età? Ora serve giocare
Classe 2006, 19 anni compiuti a gennaio scorso, 2 presenze tra i professionisti. Ormai Tommaso Martinelli è il portiere del futuro della Fiorentina già da due anni, cioè da quando si è affacciato costantemente in prima squadra. L’ultima presenza con la Primavera viola risale all’aprile 2024. Pochi giorni più tardi avrebbe fatto il suo esordio tra i ‘pro’, a Bergamo, in Atalanta-Fiorentina 2-3 del 2 giugno 2024, gara ‘inutile’ per la classifica di viola e bergamaschi (recupero del match che non si giocò per il malore di Barone e che venne disputata pochi giorni dopo la finale persa di Atene). La seconda arrivò in Conference League a dicembre scorso, con un intervento degno di nota nel 7-0 col Lask Linz. Poi panchine e panchine. Fino ad oggi, quando per il giovane portiere della Fiorentina sarà il tempo delle decisioni.
Il nodo dovrà scioglierlo Stefano Pioli, valutando il 19enne estremo difensore in ritiro al Viola Park. Nell’intreccio saranno parte attiva Terracciano e Christensen. Il campano e il danese potrebbero uscire se Martinelli venisse promosso come vice De Gea. Se, invece, Martinelli andasse a giocare in prestito uno dei due potrebbe restare. Tutto è e sarà in divenire.
Martinelli, 19 anni, con le stigmate del grande portiere del futuro. Ma…2 presenze in prima squadra fin qui. Allenarsi con un mostro sacro come David De Gea male non li avrà di certo fatto nella scorsa stagione. Tra l’altro, fece specie quando lo spagnolo, in fase di presentazione alla Fiorentina, parlò benissimo del giovane Martinelli, allora appena 18enne. Segno evidente che le potenzialità di questo ragazzo si notino a primo impatto.
Dov’erano all’età di Martinelli alcuni dei recenti migliori portieri della Fiorentina? Premessa: ogni carriera fa storia a sé, così come ogni epoca è differente. Oggi, ad esempio, ci sono le squadre B in Serie C, non esiste più la C2 etc etc. Uno come Francesco Toldo, fece l’esordio tra i professionisti a 20 anni in C2, a Trento, facendo la C1 a 21, la B a 22, l’esordio in A a 23 con la Fiorentina. David De Gea, invece, fece l’esordio a 18 anni nell’Atletico Madrid B in terza divisione, esordendo in Liga a 19, giocando metà stagione da titolare per diventare l’anno successivo il numero 1 dei colchoneros. Sebastien Frey fece l’esordio tra i professionisti a 17 anni, mentre a 18 esordì in Serie A con l’Inter, e a 19 anni fece il primo anno da titolare a Verona. Dragowski fece l’esordio con la Fiorentina a 19 anni. I vari Maignan, in Ligue 1 lo ha fatto a 20, Sommer a 19 anni in B svizzera con la squadra B del Basilea e in A svizzera a 20 anni. Donnarumma lo ha fatto a 16 anni nel Milan, Meret in Coppa Italia a 18 e Svilar a 18 in Portogallo, diventando titolare fisso solamente a 25, alla Roma. Scuffet esordì a 17 anni, ma poi si è perso non confermando quelle che erano le straordinarie premesse. Inutile andare a fare raffronti con epoche differenti, per quanto i vari Giovanni Galli (divenne subito titolare) e Ricky Albertosi abbiano fatto l’esordio a 19 anni L’età, insomma, è in linea con Martinelli. Non c’è ritardo, siamo lì.
Ma adesso è il momento in cui iniziare a spiccare il volo. L’anno prossimo il giovane viola compirà 20 anni, età ideale per iniziare a giocare con continuità. Perché che sia forte e abbia grandi qualità, ormai, lo si è capito, così come che possa essere migliorato a lavorare tutti i giorni con De Gea. Ma poi c’è il campo, c’è il carattere e mille altre variabili. Sbagliare in allenamento è un conto, fare un errore in campo può essere tutt’altro. Così come può essere molto differente sbagliare in uno stadio pieno e caldo piuttosto che farlo in un ambiente asettico. Il momento è arrivato. Che sia qui, facendo il vice di De Gea o altrove, in prestito (magari in una piazza di B, del Sud, dove c’è passione e pressione), non sembra essere il caso di aspettare ancora: Martinelli deve giocare.

Di
Gianluca Bigiotti