L’ex giocatore, allenatore e dirigente parla dei fondi americani e dei dirigenti nel calcio attuale in Italia e in Europa
L’ex giocatore, allenatore e dirigente, anche di Inter e Milan, Leonardo, ha parlato al Festival dello Sport di Trento, organizzato dalla Gazzetta, dei fondi americani nel calcio italiano: “Ci sono diverse modalità di investimento. Io credo nei progetti a lungo termine, anche se nel calcio sta diventando complicato pianificare oltre i due/tre anni e in questo mondo è difficile fare un progetto a breve termine anche perché tanti investitori speculano. In dieci anni il Psg ha saputo costruire un brand solido. Il Milan invece ha cambiato in dieci anni ben quattro proprietari: così è difficile costruire progetti funzionanti. Sono sempre più rari i casi di presidenti che riescono a gestire un club per molti anni. Se ripenso alla mia esperienza, è iniziata con Silvio Berlusconi, un uomo importante per il calcio e l’Italia”.
FONDI AMERICANI. “Negli ultimi anni molti fondi americani hanno deciso di investire in Italia e in Europa sul calcio, essendo più economico e vantaggioso rispetto a farlo in patria. A questi fondi, però, manca spesso un management di alto livello, non ci sono quei manager adeguati. È difficile lavorare se non conosci il contesto della città, la tradizione e la storia del club in cui ti trovi, diventa difficile costruire un progetto per la squadra. Se guardiamo alla situazione attuale del calcio non si è ancora arrivati a una situazione concreta di lungo termine. Non ho ancora visto un’organizzazione migliore rispetto a quelle del passato. Per quanto mi riguarda, non mi ritengo un grande manager, ma solo un ex buon giocatore. Però nel corso degli anni ho imparato parecchie cose sul management del calcio. Multiproprietà? Non sono un loro grande fan. Già gestire un club è complicato, figurati più di uno. Con le multiproprietà non c’è ritorno di denaro e si toglie l’opportunità ad altri di investire: nasce così un monopolio pericoloso”.

Di
Redazione LaViola.it