“La Fiorentina non la racconta giusta, il tentativo di riscrivere la storia non può essere accettato”
Sul Corriere Fiorentino, a firma Roberto De Ponti, arriva la replica al comunicato della Fiorentina che a sua volta rispondeva ad un pezzo sul giornale di ieri. Questo un estratto dell’articolo: “Carta canta. […] Così, quando Acf Fiorentina, in una nota in risposta a un commento pubblicato ieri su questo giornale, racconta che si fa quasi sempre finta di nulla quando qualcuno viene «offeso da bergamaschi», non la racconta giusta. In buona fede, s’intende, perché può anche capitare di non vedere «nessun commento, o lezione, o presa di distanza» semplicemente perché non si ha il tempo (o la voglia) di sfogliare il Corriere Fiorentino. L’avessero fatto, alla Fiorentina, avrebbero trovato articoli e titoli riferiti a tutti i casi che hanno evocato, dal Chiesa tuffatore agli insulti razzisti indirizzati a Dalbert, Vlahovic, Milenkovic (e Terracciano) e al presidente Commisso. E se avessero letto con più attenzione, avrebbero trovato «commenti, o lezioni, o prese di distanza» anche sugli insulti a Koulibaly e allo stesso Vlahovic da parte di qualche razzista avvolto in una sciarpa viola.
Andando indietro nel tempo, avrebbero riletto l’intervista rilasciata da Commisso al Corriere Fiorentino, presenti il dg Joe Barone, la signora Catherine, il figlio Joseph e il responsabile della comunicazione Alessandro Ferrari. In quell’intervista il presidente Commisso dichiarò: «Al Franchi non voglio né razzismo né violenza, ma tanti bambini e donne». Frase da sottoscrivere e sostenere. Proprio per questo il tentativo di riscrittura della storia operato ieri dalla Fiorentina nel suo comunicato non può essere accettato. Da quindici anni, quindi da molto prima che un barbaro brianzolo ne diventasse direttore, questo giornale ha sempre messo al centro delle proprie cronache (sportive e non solo) il tema del razzismo, della violenza anche verbale all’interno degli stadi. Con una stella polare: ogni episodio antisportivo è da condannare. Che arrivi dalla tifoseria della Fiorentina o dalle altre, senza sconti.
[…] Non solo: questo giornale ha sposato interamente il decalogo di Commisso per rilanciare il calcio italiano, sostenendolo con una campagna di pagine e pagine. E poi, a proposito di mistificazioni, sarebbe bello provare a passare oltre alla storia del «quotidiano dello stesso gruppo editoriale» che «apostrofava il nostro presidente come “mafioso”»: perché in effetti, fino a prova contraria, non esiste un solo articolo della Gazzetta dello Sport in cui Rocco Commisso venga «apostrofato» con questa parola. E per rispondere all’ultima affermazione: tranquilli, nessuna lezione è in arrivo dal sottoscritto, non mi permetterei mai. Anche perché lo stile non si insegna”.
Di
Redazione LaViola.it