Alta tensione a San Siro, anche tra le panchine. Il tecnico viola se la prende con l’arbitro e con il protocollo Var
Gli otto gradi che il termometro segnava ieri sera a Milano si sono moltiplicati all’improvviso intorno alle 21.15: la zona panchine di San Siro ribolliva di tensione e Raffaele Palladino era più caldo che mai. Pochi minuti prima, la gente nerazzurra aveva urlato di gioia per l’autorete di Pongracic che aveva sbloccato la partita, ma l’azione che aveva portato al corner vincente dell’Inter era viziata da una svista dell’arbitro La Penna: il pallone crossato da Bastoni era oltre la linea di fondo. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
FACCIA A FACCIA. Minuti lunghissimi anche dopo l’autogol del difensore viola, con le squadre come divise in due blocchi: quelli in maglia nerazzurra a festeggiare sotto la curva, Palladino e i suoi a discutere con La Penna, e poi a distanza con Inzaghi, ammonito come il collega della Fiorentina. La temperatura non è scesa nemmeno al fischio finale: mentre Inzaghi esultava sgolandosi, Palladino ha raggiunto il centro del campo e si è intrattenuto in un lungo faccia a faccia con La Penna, con il capitano Ranieri a pochi passi.
PROTOCOLLO. La rabbia non è evaporata nemmeno a bocce ferme: “Sapete che non parlo mai degli arbitri, non li giudico, non parlo dei loro errori, però sicuramente sul primo gol dell’Inter ci siamo arrabbiati – ha spiegato Palladino nel post gara -. Ci siamo arrabbiati con il protocollo: se abbiamo uno strumento come il Var che deve aiutare gli arbitri a intervenire sugli errori oggettivi, e questo era un errore oggettivo perché la palla era uscita di venti centimetri, e se non è possibile intervenire a causa del protocollo, allora bisogna cambiare qualcosa. Siamo usciti dal campo molto arrabbiati a fine partita”. E ancora: “È vero che non abbiamo protestato subito, quando è stato assegnato l’angolo all’Inter, ma questo è un atteggiamento che rispetta quanto chiedo sempre ai miei giocatori: a loro ripeto che gli arbitri vanno lasciati tranquilli, anche di sbagliare, può succedere a loro come a un giocatore che commette un errore in campo. Il punto è che qui si parla di un errore troppo grave: io non accetto che la palla esca di venti centimetri e si determini un risultato non intervenendo al video. È un errore troppo chiaro, oggettivo, per non intervenire. Ci viene detto che l’arbitro si attiene al protocollo e noi dobbiamo accettarlo. Io però dico che se il Var migliora il calcio, deve migliorarlo davvero”.

Di
Redazione LaViola.it