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Una maglia pesante e un rendimento al di sotto delle aspettative. Una stagione in salita dopo essersi laureato Campione d’Europa con la Nazionale di Mancini. Eppure, per Gaetano Castrovilli, è mancata ancora la scintilla in questa annata in viola. Uno dei pochi giocatori che Vincenzo Italiano non è riuscito fin qui a valorizzare, in mezzo all’ottimo lavoro che fin da Moena ha visto rivalutare tanti calciatori che parevano in parabola discendente. Anche per questo tutti si aspettavano un Castrovilli di nuovo protagonista, in un calcio offensivo che premia chi sa giocare il pallone (e lui lo saprebbe giocare parecchio bene), chi si sa inserire, chi ha i colpi per tentare giocate importanti. Invece, anche nella serata magica di Bergamo in Coppa Italia, il 10 viola è risultato tra i peggiori della Fiorentina, con una serie di 5 e 5,5 in pagella. Con 16 passaggi riusciti e il 70% di precisione nelle giocate.
LE PAROLE DI ITALIANO. Pochi spunti di qualità, un paio di interventi non particolarmente determinati sui due gol dell’Atalanta. E una sostituzione arrivata dopo 63′. Eppure, mister Italiano lo aveva ‘punzecchiato’ anche alla vigilia della sfida: “Sta bene, chiaramente mi aspetto molto da lui. Che sia più determinante, che faccia più gol, più assist, ma sta lavorando bene. A volte ci sta partire dalla panchina, o dall’inizio, ma se il ragazzo si convince che può fare la differenza sono convinto che la può fare. Io ho dimostrato a tutti che gli allenamenti contano e che le prestazioni contano. Chi è più bravo a farlo ottiene il posto. Lui va forte in allenamento, ma può dare di più”. Già, può e deve dare di più. Perché ha le qualità, lo ‘strappo’, la visione che lo avevano portato ad essere prima centrocampista rivelazione al primo anno di Serie A (con tanto di rinnovo immediato fino al 2024 a cifre importanti), poi a prendersi con merito la maglia numero 10.
MAGLIA PESANTE. Già, una maglia pesante, indossata da grandi campioni nel passato più o meno lontano ma che negli ultimi anni ha rappresentato una sorta di ‘maledizione’ per tanti giocatori. Prima di Castrovilli l’aveva portata Kevin-Prince Boateng, il primo 10 della gestione Commisso: non benissimo. Prima ancora Marko Pjaca, in prestito dalla Juve e fuori per un grave infortunio a marzo, senza aver lasciato il segno. Nel 2017 si prese la 10 Valentin Eysseric, appena sbarcato in viola per il nuovo corso con Pioli. La ereditò da Federico Bernardeschi, che lasciando Firenze con “gastroenterite acuta” si trasferì alla Juve dopo due anni con la maglia di Antognoni. Già, l’Unico Dieci, colui che in estate è stato protagonista di una dolorosa e discussa separazione con la sua Fiorentina.
I GRANDI DEL PASSATO (E DIVERSI FLOP). Per ruolo e caratteristiche, Castrovilli sembrava ereditare, all’inizio della passata stagione, quella maglia numero 10 indossata da Alberto Aquilani, ottimo interprete nel triennio di Montella e attuale tecnico della Primavera viola. Mentre uno come il Fenomeno Adrian Mutu aveva dato assoluto valore alla casacca che fu di Manuel Rui Costa, Roberto Baggio, Giancarlo De Sisti, Miguel Angel Montuori, oltre che dello stesso Giancarlo Antognoni. Una maglia che dieci anni fa fu invece indossata anche da Ruben Olivera e Santiago Silva, anni prima da Stefano Fiore, Hidetoshi Nakata, Domenico Morfeo, Riccardo Maspero.
NUOVA GRANDE OCCASIONE. Insomma, una maglia affascinante ma allo stesso tempo pure pesante, che non sempre ha saputo esaltare chi l’ha indossata. Specie nel dopo-Mutu in tanti non hanno rispettato le aspettative. Con Castrovilli che ovviamente ha tutto il tempo e le capacità per riscattarsi, riprendere in mano la sua stagione e la sua carriera. Perché quest’anno ha giocato solo 9 volte da titolare su 28 partite: poco per chi dovrebbe essere tra i migliori giocatori in rosa e invece spesso è superato da Duncan e Maleh nelle gerarchie (c’è da dire che è stato anche sfortunato, tra il colpo contro il palo a settembre con il genoa e un altro infortunio a fine novembre). A Bergamo era stato riproposto da Italiano sul centro-destra del trio di centrocampo, possibile anticipazione di quanto accadrà a La Spezia, dove Bonaventura (titolarissimo del ruolo) sarà squalificato. Un’ulteriore grossa chance, insomma, per l’attuale 10 viola, che contro la Lazio si era subito conquistato un rigore appena entrato, prima che Orsato cambiasse idea. Un episodio che non ha girato quella partita e neanche l’annata di Castrovilli, che è rimasto fermo a quell’unico gol, comunque pesante, realizzato a Verona per l’1-1 finale. Lunedì una probabile nuova occasione per rilanciarsi.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
																	 
														
Di
Marco Pecorini