Sempre stato il titolarissimo negli ultimi anni a sinistra, da quell’intervallo contro la Lazio è finito quasi sempre in panchina. E a gennaio…
Sulla nuova Fiorentina di Raffaele Palladino splende il sole, anche se i raggi dell’alta classifica non baciano proprio tutti. Non più al centro del gruppo, con la fascia da capitano ormai ammainata, c’è Cristiano Biraghi, da più di sette anni a Firenze (con un breve ritorno all’Inter nel mezzo), 265 presenze in viola, condottiero di tante battaglie che sembra però appartenere alla storia passata del club. Per questo, Biraghi, 32 anni compiuti a settembre, si guarda intorno e lo farà anche a gennaio, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
GERARCHIE CHIARE. Da quell’intervallo contro la Lazio, con Palladino che cambiò radicalmente tutta l’idea di squadra che fino ad allora vedeva Biraghi ancora imprescindibile, anche come terzo di difesa, con risultati tutt’altro che incoraggianti. Era il 22 settembre e da quello spogliatoio Biraghi non è idealmente mai più uscito, sostituito e mai più ritrovato. Solo 25 minuti, da allora, in campionato, qualche spezzone di gara, per giunta spesso in posizioni diverse da quella del terzino sinistro, ruolo che ormai ha solo un padrone, Robin Gosens. Biraghi è poi stato impiegato in Conference. Il campo, e i suoi risultati, non lasciano spazio a ripensamenti: la Fiorentina vola e lo fa senza quello che fino a pochi mesi fa era un leader indiscusso, figura di riferimento per Italiano nell’ultimo triennio, per la dirigenza, ma anche per Palladino nel suo primo periodo a Firenze.
CAPITANO NON CAPITANO. Nulla, a livello umano, sembra essersi rotto e la parola d’ordine che Biraghi cerca di far valere in questo momento difficile è ‘professionalità’. Ma negli sguardi e nei festeggiamenti post-partita (anche lì, prima era uno dei primi ad andare a salutare la curva mostrando la fascia da capitano in onore dell’amico Davide Astori, adesso la sua presenza è più defilata) si può intuire come questo per il terzino lombardo sia il periodo più cupo della sua esperienza a Firenze. Nonostante tutto è stato sempre un totem per le varie guide tecniche. Palladino “l’iconoclasta” ha deciso che per fare uno step in più questa squadra aveva bisogno di qualcosa di nuovo e ha rimesso in discussione tutto e tutti, sia lui che Quarta.
GENNAIO. Biraghi resta molto legato all’ambiente e alla città. Il professionista rimane però tale e ha bisogno di giocare: Biraghi è convinto di poter fare ancora la differenza a buoni livelli, per questo, come confessato dal suo agente, Mario Giuffredi, negli scorsi giorni, il calciatore si guarderà intorno a gennaio, per vedere se qualche squadra, in Serie A o in altri mercati più esotici, avrà bisogno di usato sicuro sulla corsia mancina. Il confronto con la Fiorentina, club con cui Biraghi pensava di poter legarsi fino al termine della carriera – e magari perché no, come qualcuno aveva suggerito, avere anche un futuro in dirigenza – ci sarà il prima possibile: gennaio incombe, ma non solo. A giugno 2025 il suo contratto scade. L’impressione è che, comunque vada, prima di inizio estate sarà tutto già deciso.
Di
Redazione LaViola.it