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Italiani e toscani: ecco come la Fiorentina valorizza il vivaio

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Su La Repubblica un focus sui metodi di scouting e allenamento dei giovanissimi viola. Legame con il territorio e tante affiliate, fino al lavoro quotidiano

Nei giorni del tracollo della Nazionale italiana si parla molto dei settori giovanili. Nella Fiorentina il 92% dei ragazzi del settore giovanile è italiano e circa l’80% di questi è toscano. Merito della volontà dei viola di radicarsi in maniera strutturata e strategica sul territorio. Tra qualche mese, con l’inaugurazione del Viola Park, si prevede poi un salto di qualità definitivo. Anche a livello logistico, scrive La Repubblica.

AFFILIATE. La parola chiave è capillarità. Sotto il nuovo responsabile Valentino Angeloni, le società affiliate ai viola sono passate dalle 19 iniziali alle 68 attuali. Delle quali 50 sono realtà toscane e le altre sono state scelte e selezionate secondo criteri specifici in tutta Italia. “Abbiamo percorso nell’ultimo anno qualcosa come 80.000 chilometri con tre incontri in media per ogni società affiliata su tutto il territorio nazionale — dice con orgoglio Mirko Mazzantini, Responsabile Tecnico della Fiorentina dagli U15 fino agli U9lavoriamo tramite metodologia, condivisione, formazione, incontri con realtà italiane e straniere“. Colpisce poi come alcuni gruppi (come i 2006) siano formati in maniera esclusiva da giocatori selezionati all’interno della regione. Merito anche di Maurizio Niccolini e Stefano Cappelletti, storici responsabili scouting dei viola.

RADDOPPIO. “Il nostro bambino che arriva in Prima Squadra deve avere determinati aspetti che riguardino anche carattere e mentalità — prosegue Mazzantini —. Il nostro è un calcio propositivo perché riteniamo che sia il miglior strumento per far crescere giocatori di personalità. Il merito va alla nostra società che ci ha permesso di raddoppiare il numero dei tecnici in relazione ai gruppi squadra: così possiamo lavorare anche in maniera individuale.

TALENTO E ALLENAMENTO. Molta importanza viene data al concetto di “giocatore scegliente”: l’obiettivo è fornire al ragazzo ogni tipologia di soluzione (dal passaggio, al colpo di testa, all’anticipo, all’inserimento, al tiro e via così) per poi poter scegliere quella più adatta all’interno della partita che viene considerata la verifica di quanto svolto in allenamento. Il talento prima di tutto, però. Classe, tecnica, talento. Per tutto il resto, fisico compreso, il tempo ne sarà giudice e spettatore.

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