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Editoriali

Il Tap-In – Tre buone notizie e un’incognita in vista dell’anno che verrà

Il Tap-In di Dovellini - Beltran e Kean Fiorentina

Lucas Beltran e Riccardo Sottil, il trionfo della meritocrazia: come hanno conquistato la fiducia di Palladino con lavoro e scrificio

L’urlo della liberazione. Quello di Riccardo Sottil, dei suoi compagni, dei tifosi viola, di Raffaele Palladino e del suo staff. Nel sinistro che ha spaccato la porta bianco nera c’è tutto l’orgoglio di una squadra (e della sua gente) che non si arrende mai. Così come nello spirito che il tecnico ha saputo infondere ai suoi, così come nella mentalità dei leader che anche all’Allianz Stadium, nella tana della Juventus, hanno trascinato il gruppo. Il 2024 si chiude con un pareggio che non imprime l’accelerata desiderata alla classifica ma che lascia una sensazione dolce in vista dell’anno che verrà. La sfida contro l’eterna rivale lascia dietro di sé almeno tre buone notizie e un’incognita da esplorare.

UN SOGNO CHIAMATO CHAMPIONS. Ci crede la Fiorentina e il graffio allo scadere contro la Juventus né è una dimostrazione. Dopo due sconfitte di fila, un momento di flessione e qualche sbavatura di troppo, la squadra si è ritrovata quando tutto pareva scivolare via. Sono 32 punti in classifica, quinta posizione con vista Champions nonostante la concorrenza sia agguerrita e tenga un ritmo elevato. Il mercato di gennaio è ormai alle porte. La ricerca di un centrocampista (Folorunsho in cima alla lista), un vice Kean, forse un esterno offensivo. Poche operazioni ma di qualità. Le idee ci sono, la strategia indicata da Palladino è chiara, l’auspicio è che almeno la pedina in mezzo al campo possa arrivare nei primi giorni di gennaio. Ne ha bisogno il tecnico per ritrovare un equilibrio che con l’assenza forzata di Bove è ancora da ricercare. La squadra che si è allungata contro Bologna, Udinese e Juventus (lasciando troppi spazi nel mezzo) palesa questa situazione.

KEAN, DE GEA E I LEADER. Quello di Moise non è un incantesimo. Nessuna magia, nessuna pozione speciale. È talento, allenamento, sacrificio, orgoglio e riscatto. Dopo il buio degli anni in bianco nero, a Firenze ha trovato la sua nuova casa: un ambiente dove si sente protagonista, amato e rispettato. Quindici gol in questa prima parte di stagione, undici in campionato dove è secondo solo a Marcus Thuram e Mateo Retegui (quota 12). A proposito: con quest’ultimo è sfida nella sfida dopo essersi ripreso anche la Nazionale. Una sfida “pacifica” ma che stimola ancor di più Moise, che ascolta il suo orgoglio e si esalta. Il gruppo di Palladino può contare anche su quel fenomeno di De Gea, miglior portiere del campionato per distacco. E poi Gosens, Dodo, Cataldi, Adli. Sono loro i leader dello spogliatoio, oltre ovviamente al capitano Ranieri. “Se vogliamo stare in alto, non possiamo accontentarci dei pareggi – ha detto, non a caso, Yacine Adli – Dobbiamo sempre volere di più”. Se non è mentalità questa…

BELTRAN E SOTTIL, MERITOCRAZIA AL POTERE. C’è un tratto che accomuna, in questo momento, i profili di Lucas e Riccardo. Quello di essersi guadagnati un posto di primo piano nei pensieri di Palladino tramite costanza, continuità di rendimento, spirito di sacrificio e sempre più concretezza. Due giocatori che gara dopo gara hanno dimostrato di poter essere dei punti di forza di questa squadra. Beltran ha sfruttato in pieno l’occasione sulla trequarti complice l’infortunio di Gudmundsson. Ha incarnato alla perfezione quel ruolo e adesso si sente molto più a suo agio dell’islandese (al quale dedico un capitolo a parte). Palladino ha difficoltà a tenerlo fuori, ha provato a farlo giocare insieme a Gud pur di non escluderlo e contro la Juventus, entrato nella ripresa, ha impattato con la testa giusta. C’è anche il suo zampino sul gol del pari. Siglato da Sottil, che già prima del malore di Edoardo Bove si era messo in evidenza. Il confronto col tecnico, svelato da Palladino in persona, gli ha fatto bene. Sottil ha svoltato: raccontano di allenamenti al top e di una nuova centralità all’interno del gruppo. Questione di testa che adesso è collegata al resto dei compagni e orientata soltanto al bene comune. Al di là della rete coi bianco neri, splendida, c’è un percorso di crescita che l’ha portato a essere meno egoista e più concreto al servizio della squadra.

GUD E COLPANI, COSÌ NON VA. La domanda che rimbalza tra i tifosi è più o meno la stessa: “Che succede?”. Albert fatica a ritrovare sé stesso dopo il lungo infortunio al bicipite femorale. Arrivato con un problema al polpaccio che ne ha ritardato l’inserimento e la preparazione, per poi fermarsi di nuovo. L’attesa, la pazienza, la gestione di Palladino nel minutaggio. Da quando è tornato, però, nessun lampo degno del suo nome e del dieci che indossa. Perché? Questione di forma? Questione di testa? Di posizione in campo? Difficile rispondere, specie ripensando all’impatto contro Lazio e Milan che aveva incantato e folgorato. Con Gud al top questa squadra può accendersi in ogni istante, contro qualsiasi avversaria. Per questo motivo la comprensione del suo momento è fondamentale per una squadra che ha un gran bisogno del suo talento. Discorso simile per Colpani, con aspettative differenti chiaramente. Palladino lo ha elogiato per il lavoro nei 75 metri, salvo poi non essere lucido nell’ultima scelta. Colpani sta mancando anche nella volontà di andarsi a prendere il pallone, di dispensare maggiore coraggio all’insegna della personalità. Mai nel vivo, spesso in ritardo, lontano dal centrocampo e dell’attacco. Giusto insistere se si ha contezza di quanto potrà dare. Ma giusto anche pensare a un’alternativa tattica che aiuti il giocatore a esprimersi al meglio.

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