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Gud-Kean, lungo confronto sul 2° rigore. La risposta di Palladino sulle gerarchie dal dischetto

L’islandese si è preso subito il pallone, ma avrebbe voluto calciarlo anche il centravanti. E il tecnico…

Tutto è bene quel che finisce bene. Soprattutto considerate le difficoltà della passata stagione. Due su due per Albert Gudmundsson dagli undici metri. Personalità, voglia di lasciare il segno. Primi due gol per la prima vittoria stagionale della Fiorentina. E poi doppia esultanza sotto la Ferrovia per le prime ovazioni del popolo viola.

LUNGO CONFRONTO. Ma se il primo rigore se lo era conquistato l’islandese, sul secondo Gud ha dovuto ‘battere’ la concorrenza di Kean per presentarsi dagli undici metri. Non è sfuggito, infatti, il lungo confronto tra i due sul dischetto. Gudmundsson ha preso subito il pallone dopo la corsa dell’arbitro al monitor, ma Kean è rimasto parecchio accanto a lui perché avrebbe voluto, e tanto, prendersi la responsabilità di tirare il rigore della vittoria.

DI GHIACCIO. Ma alla fine Gud non ha ‘mollato’ il pallone, e ha spiazzato Provedel (uno che ne ha parati 10 su 60 in carriera, non malissimo) per la seconda volta nel pomeriggio. Kean si è poi unito al gruppo per l’esultanza, festeggiando il compagno, mentre l’islandese nel tornare a metà campo si è avvicinato al centravanti forse per spiegarsi subito a caldo. Insomma, davvero tutto è bene quel che finisce bene, anche perché poi Kean ha risposto, sul campo, con gli ultimi minuti fatti di grande grinta e forza fisica al servizio della squadra.

NIENTE GERARCHIE. Nessun caso quindi, ma solo la grande voglia di entrambi di prendersi la scena e trascinare la Fiorentina alla vittoria. Anche mister Palladino ha commentato la vicenda: “Non c’è una gerarchia sui rigori, non la stabilisco io. Anche da calciatore preferivo aggiustarmi con i miei compagni. Mi piace avere solidarietà in campo in base al momento e a chi bisogno di segnare. A volte ha bisogno di segnare un attaccante, a volte un centrocampista. Gud e Moise li calciano bene, anche Mandragora. Parlerò con tutti e ci sistemeremo, l’importante è averne tanti e calciarli bene”.

STORICO. C’è da dire che in carriera Gudmundsson ha uno score di tutto rispetto dagli undici metri. Tra club e Nazionale ha segnato 19 rigori su 22 battuti, con il Genoa ne aveva segnati 5 su 6 (unico errore contro Di Gregorio, che l’anno scorso gli intercettò un penalty). Per Kean lo storico è più risicato, fatto di due gol dal dischetto in Under 21 e uno con la maglia dell’Everton in EFL Cup, anche se in molti si ricorderanno anche quel ‘cucchiaio’ che, da 17enne, finì tra le braccia di Cerofolini consegnando la finale del campionato Primavera alla Fiorentina.

LE ALTERNATIVE. E Mandragora? Durante i regolamentari solo due rigori a referto, entrambi in Coppa Italia ai tempi del Torino (uno a segno e uno sbagliato). Ci sarebbe poi anche Beltran (ma anche oggi in panchina 90’…), che lo scorso anno tolse le castagne dal fuoco in mezzo ai pesanti errori di Gonzalez, Biraghi e Ikoné segnando due volte su due. In carriera, per l’argentino numero 9, sei centri su sei dal dischetto.

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