Edin scalpita e scala le gerarchie grazie a un’ottima prestazione contro il Rapid Vienna
Bollito a chi? E chi lo ha mai pensato? Il primo a non aver mai avuto dubbio sulle qualità e le capacità di Edin Dzeko, scrive la Gazetta dello Sport, è l’allenatore della Fiorentina Stefano Pioli che giovedì sera all’Allianz Stadion di Vienna, provando a ripararsi un po’ dall’intensa pioggia unita al forte vento, si è goduto venti minuti dell’attaccante bosniaco di altissimo livello. I primi minuti. Quelli che hanno indirizzato la seconda sfida del girone di Conference League contro il Rapid a favore dei viola, poi vincitori per 3-0. Una giocata stupenda con tiro che il portiere austriaco Niklas Heidl non è riuscito a trattenere facendo finire il pallone bagnato sui piedi di Cher Ndour che ha firmato il suo secondo gol consecutivo in Europa. Non è finito dopo nove minuti lo show del numero 9 (76 minuti in totale) che ha continuato a deliziare con tocchi, stop, suggerimenti, passaggi precisi nello stretto. E che al 3′ della ripresa si è tolto la soddisfazione di un gol da attaccante vero, d’astuzia, da volpone dell’area di rigore.
A marzo saranno 40 e la corsa non può essere il suo pezzo forte. Ma in Serie A Dzeko ha giocato dal via, male, solo contro il Napoli in casa e all’intervallo è andato a far la doccia. Per il resto a Cagliari alla prima è rimasto seduto in panchina. A Torino è entrato al 32′. Come col Como. A Pisa è entrato a 2′ dalla fine, con la Roma a 15 e, infine col Milan sempre a 2′ dalla fine. Pochi spiccioli, insomma. Ma col Milan nell’arrembante finale in soli 9′ Edin ha creato scompiglio in area, il suo giardino dove, se arriva la palla buona, non perdona. Ora, lui, come Viti, Fortini, Ndour reclama spazi. Pioli ha chiaramente fatto capire che le gerarchie possono essere stravolte e che le «alternative» che hanno convinto a Vienna possono mettere in difficoltà i titolarissimi.
Intanto Edin in queste giornate un sorpasso sembra averlo compiuto, su Roberto Piccoli. Che a Vienna ha lottato sotto il diluvio, ma è apparso in calo non solo per l’incredibile gol fallito. Anche se bisogna tener conto del mantra del tecnico: «Ho capito, vista la situazione, che posso schierare due giocatori offensivi, due punte, non più tre come avevamo provato a pensare in estate». Vero. Saranno quindi Gudmundsson, favorito per domani col Bologna, Dzeko e Piccoli, a giocarsi di volta in volta una maglia accanto al leader viola e della Nazionale Moise Kean, rimasto a riposo dopo aver molto forzato la caviglia destra malandata. Dalla lista resta fuori Jacopo Fazzini che ha attitudini offensive, ma viene comunque considerato una mezzala. Con licenza di avanzare.

Di
Redazione LaViola.it