Pro e contro di un’eventuale cessione del centrocampista marocchino nell’imminente mercato di riparazione
Tiene banco il futuro di Sofyan Amrabat, protagonista di un Mondiale scintillante col Marocco e inevitabilmente finito nelle mire di tanti top club.
Il suo valore di mercato è notevolmente cresciuto, come sempre accade ai giocatori che disputano un ottimo Mondiale, e il suo futuro non è ancora definito. La Fiorentina finora sembra determinata nel trattenere il marocchino, offrendogli anche un rinnovo di contratto con aumento di stipendio, ma le tentazioni sono tante. Tra l’interessamento di un top team come il Liverpool e le ‘spintarelle’ del ct del Marocco Regragui, il futuro non è così scontato. Soprattutto a fronte di un’eventuale super offerta economica.
Cosa dovrebbe fare la Fiorentina? Cedere Amrabat a gennaio per monetizzare al massimo oppure trattenerlo almeno fino a giugno, cercando di rinnovargli il contratto (in scadenza nel 2024 con opzione a favore della società per il rinnovo fino al 2025)?
PERCHÉ CEDERLO
In primis, le ragioni più scontate: quelle economiche. I Mondiali sono la vetrina più importante che esista nel calcio, perciò il valore di Amrabat è al suo vertice assoluto. Se si vogliono massimizzare i guadagni dalla cessione, va venduto subito. A gennaio. Questo perché il ragazzo, rimanendo alla Fiorentina, non avrà la stessa visibilità e il suo valore di mercato inevitabilmente diminuirà. Insomma, i 40-45 milioni di cui si parla in questi giorni che il Liverpool sarebbe pronto ad offrire sono un’occasione unica. A giugno la Fiorentina non li rivedrà, men che meno nelle future sessioni di mercato.
Ma non ci sono solo motivazioni economiche. Amrabat ha giocato un Mondiale estremamente dispendioso dal punto di vista fisico e mentale. Non solo ha giocato tutti i minuti a disposizione col Marocco nelle sette partite disputate, ma a partire dagli ottavi di finale ha anche convissuto con un problema alla schiena che lo ha costretto a punture di antidolorifici. Insomma, con ogni probabilità il giocatore tornerà a Firenze in condizioni fisiche non perfette. Ma non solo.
Dopo le incredibili e intense emozioni passate con il Marocco, vera nazionale sorpresa della rassegna in Qatar, è presumibile che l’Amrabat di ritorno alla Fiorentina sia un giocatore svuotato mentalmente. Una competizione intensa come quella appena vissuta lascia inevitabilmente degli strascichi, soprattutto per come l’hanno approcciata il Marocco e lo stesso Amrabat, ovvero massima concentrazione e intensità al 100% per tutto l’arco delle partite.
Inoltre, la cessione di Amrabat non sarebbe come quella di Vlahovic dello scorso gennaio. In primis per il valore assoluto del giocatore: il marocchino classe 1996 è certamente un ottimo calciatore, ma il suo peso nella Fiorentina non è paragonabile a quello che aveva il centravanti classe 2000, capace di segnare la bellezza di 20 gol in 24 presene con la maglia viola prima di essere ceduto alla Juventus. Un giocatore come l’ex Verona è indubbiamente più facile da sostituire.
Anche la squadra non è la stessa dello scorso campionato. La Fiorentina di quest’anno è infatti in una condizione diversa di classifica. Attualmente si trova al decimo posto con 19 punti in 15 giornate, cinque punti in meno rispetto all’anno scorso. Sono otto i punti che la separano dalla sesta e dalla settima posizione occupata da Atalanta e Roma. Per tornare quantomeno in Conference la squadra di Italiano dovrebbe compiere una grandissima rimonta. C’è ovviamente anche la porta della coppa per tornare in Europa, ma vincere la Conference League è tutt’altro che una passeggiata man mano che si va avanti e le squadre diventano sempre più forti. Di conseguenza, la cessione di un big a gennaio sarebbe meno sanguinosa rispetto a quanto lo sarebbe se la squadra fosse più vicina alle zone di classifica che contano.
PERCHÉ TRATTENERLO
Stavolta partiamo da temi prettamente sportivi. Un centrocampista con le caratteristiche di Amrabat non è così semplice da rimpiazzare a metà campionato, in un mercato che la Fiorentina sa bene quanto possa essere insidioso – basti pensare a quanto accaduto 12 mesi fa –. Di recupera palloni dell’abilità del marocchino ce ne sono pochi in tutta Europa. Inoltre, nel centrocampo della Fiorentina di questa stagione è fondamentale la presenza di Amrabat, giocatore a cui Italiano non rinuncia praticamente mai perché, appunto, non sostituibile. Questo vale sia nel vecchio 4-3-3 che nel nuovo 4-2-3-1, modulo in cui teoricamente Amrabat potrebbe anche trovarsi meglio.
Vero: con ogni probabilità la Fiorentina non riuscirà più a incassare le cifre che potrebbero arrivare dalla cessione di Amrabat nel mercato di riparazione, ma il valore del giocatore non si discute e il ragazzo ha mostrato una continuità di rendimeto impressionante durante questa stagione, sia con la Fiorentina che con il Marocco. Di conseguenza, il suo valore di mercato non scenderà drasticamente, perché il marocchino farà una grande seconda parte di stagione.
Nonostante gli acciacchi fisici che si porterà dietro dai Mondiali, Amrabat ha dimostrato più volte di essere un vero lottatore e, quando in fiducia come in questo campionato, di non tirarsi mai indietro sul rettangolo verde. La sua straordinaria continuità non verrà neppure minata dal calo nervoso post Qatar, perché l’esperienza col Marocco galvanizzerà ulteriormente il calciatore, che tornerà a Firenze carichissimo.
Infine, la ragione simbolica. Vendere Amrabat a gennaio vorrebbe dire privarsi per il secondo anno consecutivo di uno dei propri migliori giocatori in rosa a metà stagione. Sarebbe un danno d’immagine da non sottovalutare per Commisso, per il quale la piazza negli ultimi mesi si è già divisa – che grande novità a Firenze – tra sostenitori e critici.
Proprio Commisso ha voluto fortemente Amrabat a Firenze. È stato l’unico giocatore realmente richiesto dal presidente ai propri dirigenti, in quanto Rocco era rimasto impressionato dal suo modo di giocare quando la Fiorentina incrociò l’Hellas Verona. Perderlo a gennaio sarebbe un dispiacere anche emotivo per il presidente.
Infine, l’ex Hellas ha un contratto più lungo di quello di Vlahovic, dunque non c’è l’urgenza di cederlo subito per evitare di essere ‘presi per il collo’. Si può benissimo aspettare almeno di chiudere la stagione attuale. Stagione in cui la Fiorentina resta in lotta per la competizione europea più abbordabile delle tre. E la distanza dalle prime sette non è incolmabile. Soprattutto se dovesse arrivare un aiuto anche dalla giustizia sportiva, visto il terremoto che si sta scatenando intorno alla Juventus e non solo.
Di
Marco Zanini