Non solo questione di liste, il classe ’99 ha convinto tutti… e in primis Italiano. Ora però c’è da discutere il rinnovo
Due partite (per 180′) nella prima parte di stagione, 17 presenze (1060′) da gennaio in poi. Forse basta questo per dare peso alle parole di Vincenzo Italiano su Luca Ranieri: “Una bellissima sorpresa”. Partito indietro, e parecchio, nelle gerarchie, rimasto alla fine la scorsa estate soprattutto per motivi di lista dopo la cessione di Nastasic. Il classe ’99 non ha subito convinto il tecnico viola, anzi. L’esordio, anche buono, contro il Riga al Franchi, la gara contro il Verona (anche quella senza grosse sbavature) in campionato a settembre. Poi stop nel 2022. Con quella fotografia di Istanbul contro il Basaksehir: Quarta si fa male nel riscaldamento, Italiano in difesa non mette Ranieri ma preferisce arretrare Amrabat in coppia con Igor. La ‘rivincita’ in Turchia se la prende a metà marzo, quando l’allenatore lo schiera dal 1′ da terzino sinistro nel catino bollente di Sivas, con la qualificazione tutta da giocare dopo l’1-0 del Franchi. Lì, forse, Italiano ha capito che da quel ragazzo avrebbe ottenuto garanzie.
CRESCITA ESPONENZIALE. “Ranieri è cresciuto in maniera esponenziale, è un ragazzo sveglio, furbo, smaliziato. Ci aveva colpito l’anno scorso a Salerno, fece una grande partita contro di noi. Abbiamo deciso di tenerlo, ha un comportamento esemplare. Dove lo metti, gioca. Quando lo devo schierare sono sereno, si è conquistato la fiducia”, le parole di Italiano dopo il 5-0 in campionato a fine aprile contro la Sampdoria. Il resto è storia recente, con Ranieri che dopo le prove importanti contro Lazio e Juve, gli spezzoni con Inter e Milan in campionato, i test europei contro Braga e Lech Poznan, ha scalato le gerarchie, giocando da titolare la semifinale d’andata contro il Basilea, entrando per dare solidità nel ritorno in Svizzera e poi giocando la finale di Conference contro il West Ham. Il destino, beffardo per i viola, ha voluto che la coppa andasse in direzione inglese proprio dopo la sua uscita (per crampi), per l’errore della retroguardia dopo l’ingresso di Igor.
IL PIU’ AFFIDABILE. Insomma, anche l’ultimo atto stagionale ha certificato la parabola di Ranieri. Da esubero e reintegrato per necessità, fino a risorsa preziosa per Italiano. Tanto da giocarsi le partite più importanti di fine anno. E in fin dei conti, in mezzo agli errori sparsi di Igor, Quarta e Milenkovic là dietro, Ranieri è stato anche il più affidabile. Grinta, cattiveria agonistica, buon mancino, velocità e pure fisico contro avversari anche prestanti come Lukaku o Antonio. Per questo nei ragionamenti per la nuova stagione il classe ’99, che esordì in Prima Squadra dopo la trafila nelle giovanili viola proprio nella prima gara della gestione Commisso, quel Fiorentina-Monza dell’agosto 2019 in Coppa Italia, è tra quelli non in discussione. In teoria…
IL CONTRATTO. Già, in teoria. Perché quello di Ranieri è uno dei contratti in scadenza 2024. Fu rinnovato a novembre 2019 per cinque stagioni, quindi fino a giugno del prossimo anno. Sulla carta il 24enne cresciuto in viola può essere una risorsa per presente e futuro, anche pensando alle liste per la nuova stagione. Ma il contratto, ad ora da 600mila euro a stagione, sarà da prolungare a breve per immaginare un percorso ancora a medio-lungo termine insieme. Situazione da monitorare agli albori di questo mercato.
Di
Marco Pecorini