La partenza in salita, due infortuni e poca spinta sulla fascia. Ma nella sosta invernale ha ritrovato continuità fisica. Ora è tempo di vedere il miglior Dodo
E’ stato l’investimento pesante del mercato estivo, 15 milioni, terzino più costoso della storia viola. Un giocatore, seguito in passato anche da club di primissima fascia, sul quale la Fiorentina ha puntato molto. Nella prima parte di stagione più ombre che luci per Dodo. Il ritardo di condizione fisica visto il lungo periodo di inattività in Ucraina, l’infortunio sul più bello. Poi il recupero anche in tempi più brevi rispetto al previsto, senza però mai trovare grande continuità di prestazioni. Qualche errore difensivo, poche accelerazioni in avanti, il primo assist stagionale per Bonaventura nel 2-0 alla Samp di inizio novembre. Poi un nuovo stop, contro il Milan, all’ultima di campionato.
CONTINUITA’. “Sto bene. Sì, posso dirlo, finalmente. Sto bene, molto bene. Mi sento in forma. Pronto. Sono stato in Brasile due settimane ma non ho fatto vacanza. Ho lavorato con il fisioterapista ogni giorno”, le sue parole a La Nazione di settimana scorsa. “Punto forte, anzi tutto, sul 2023. Sono sicuro di fare grandi cose, di essere uno dei protagonisti della prossima parte della stagione. Farò capire alla società che anche se mi ha pagato molti soldi ha fatto bene a scommettere su di me”. Insomma, grande carica per il terzino brasiliano, che finalmente ha trovato continuità fisica nella preparazione invernale. Sul campo le sue prove non sono state sempre eccezionali, c’è da dirlo, ma il minutaggio è stato elevato. Ovviamente Italiano punta tanto su di lui: nel gioco del tecnico viola gli esterni bassi sono fondamentali. Perso Odriozola in estate, Dodo avrebbe dovuto garantire quella spinta propulsiva sulla fascia. “Il pressing di Italiano è una cosa micidiale. Ha grande fiducia in me. E per quanto riguarda il mio lavoro, ovvero le sue esigenze tattiche nei miei confronti… Beh, è un martello micidiale. Mi chiede di pressare sempre, con o senza palla, di spingere come un matto di essere sempre vicino alla manovra. Arrivare alla Fiorentina e avere lui come allenatore è aver cambiato radicalmente vita”.
FRECCIA… ANCHE PER LA NAZIONALE. Nello spogliatoio è subito diventato uno dei beniamini, sul campo la speranza è che possa fare quello step che ancora non ha fatto. Ovvero diventare una freccia in più sulla fascia. Le caratteristiche ci sono tutte, tra corsa e qualità. Serve tempo, anche per l’adattamento al nuovo tipo di calcio, ma già a gennaio ci sono molte possibilità per mettersi in mostra. Anche in chiave Nazionale. Perché nel Brasile che saluterà definitivamente Dani Alves, ci potrà essere spazio anche per Dodo. “Nel 2026 io in quella Nazionale, al prossimo campionato del Mondo, ci sarò al 100%. Non sono andato in Qatar perché sono stato troppo fermo per infortunio. Ero nei 55 preconvocati, ma restare nei 26 era impossibile“, ha confidato il brasiliano. Una spinta in più per fare bene, da subito, in maglia viola.
Di
Marco Pecorini