Non solo la Fiorentina, tanti (grandi) club europei di fronte a giocatori importanti (e importantissimi) che rischiano partire a zero. Tra ambizioni sportive e pesantissime perdite economiche
“Una società come la Fiorentina che fattura 75 milioni all’anno non può permettersi di perdere Vlahovic a parametro zero”. Era stato chiaro lunedì sera Daniele Pradè a Sportitalia, in merito a Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo, miglior giocatore della rosa di Italiano e bomber principale del campionato italiano, andava venduto subito per scongiurare il rischio di perderlo a zero tra 18 mesi. Troppo importante, per una società come la Fiorentina, incassare quei 75 milioni di euro che arriveranno dalla Juve, pari praticamente proprio al bilancio societario in tempi di Covid.
LA PAURA DI PERDERLO A ZERO. Se Commisso insomma dichiarava al suo arrivo che “i soldi non sono un problema”, la realtà è che in tempi di pandemia i conti non possono essere trascurati. A meno di ‘colpi di testa’ della proprietà, di prese di posizione forti in nome di un principio o di battaglie da portare avanti, di un rischio (enorme, secondo la società) da prendersi per puntare con più certezze alla zona Europa dopo anni difficili. Se la Fiorentina aveva il timore fondato che Vlahovic puntasse a liberarsi a zero nel 2023, questa era effettivamente l’unica strada da poter perseguire a livello economico. Non ci piove. Certo, non abbiamo la riprova che il centravanti non potesse essere ceduto, senz’altro a cifre minori (ma non esigue), tra sei mesi, magari dopo aver chiuso – restando su questi ritmi – la stagione a 35/40 gol. Aiutando la Fiorentina a puntare, con certezza, all’Europa.
DA VENDERE PER FORZA. Ovviamente sarebbe stato un rischio grande (grandissimo) per la società, anche perché pur chiedendo chiarezza agli agenti del giocatore, ormai da mesi, stando alle parole di Barone e Pradè, non si erano avuti riscontri in un senso o nell’altro. L’unica certezza era il rifiuto di mettersi perfino a parlare con l’Arsenal e con quelle società inglesi (Tottenham?) che si erano fatte avanti con offerte concrete in queste settimane. Un chiaro indizio di voler andare solo alla Juve, a zero nel 2023, secondo i dirigenti viola. Di qui la fretta nel voler vendere Vlahovic già a gennaio, con la Juve quasi ‘costretta’ ad anticipare l’investimento che tutti (anche all’interno della società bianconera, stando alle parole dei dirigenti e alle ricostruzioni dei quotidiani nazionali) pensavano di fare a giugno.
UNA CESSIONE AMARA (ANCHE PER ITALIANO). Tant’è, per la Fiorentina dolorosa ma obbligata cessione immediata e per i tifosi un altro boccone amaro da buttar giù. Mentre Italiano dovrà rimetter mano al proprio assetto di squadra che si basava parecchio su Vlahovic (20 gol in stagione e un ruolo chiave al centro dell’attacco anche per i movimenti appresi in questi mesi). “Va tutelato il gruppo”, hanno ripetuto i dirigenti viola in queste settimane quando si parlava di Dusan. E quindi la speranza della società è che, con Arthur Cabral al posto di Vlahovic, le cose per la Fiorentina possano non cambiare di molto, vista l’identità di squadra trovata. Certo che, inevitabilmente, il tecnico viola si sarebbe tenuto volentieri il centravanti serbo fino a giugno. Ma così non è potuto essere. In un calcio che sta cambiando in fretta negli ultimi anni. In peggio. Lo aveva detto con amarezza anche Commisso nei suoi sfogli negli scorsi mesi, così come nel ‘Decalogo’ di regole per cambiare il sistema. Troppo potere ai giocatori e a certi procuratori, società spesso sotto scacco e senza tutele e sempre più calciatori che vanno via a parametro zero, annullando gli investimenti fatti negli anni per farli maturare e crescere.
LE ALTRE ITALIANE. La Fiorentina ha voluto evitare un ‘bagno di sangue economico’, tante altre società invece, nei tentativi anche vani di arrivare ad accordi per il rinnovo dei propri gioielli, sono arrivate a perdere giocatori a zero. Anche importantissimi e più forti di Vlahovic. Scegliendo di sfruttare al massimo le prestazioni sul campo dei propri calciatori, spesso decisivi per centrare gli obiettivi sportivi. È stato così per Donnarumma e Calhanoglu al Milan, con i rossoneri di Pioli tornati in Champions anche grazie ai due giocatori persi poi a zero (anche se il turco ha poi servito la beffa delle beffe, con un gol nel derby con la maglia dell’Inter). E il Milan con ogni probabilità perderà per lo stesso motivo anche Kessié (oltre che Romagnoli, ma per altre scelte), rimasto nonostante il contratto in scadenza e la pochissima voglia di rinnovare. In Italia la Juve rischia di perdere a zero Dybala (che qualche stagione fa valeva ben più di Vlahovic), oltre che Bernardeschi (pagato 40 milioni nell’estate 2017), l’Inter cerca ‘di rincorsa’ un accordo con Brozovic (e prenderà Onana a zero). Mentre il Napoli ha già visto firmare Insigne con il Toronto. Infine il Torino, che si è rassegnato a perdere a zero euro Belotti, con Cairo che può ‘mangiarsi le mani’ viste le maxi offerte rifiutate negli scorsi anni (e il rendimento nel frattempo deficitario del capitano granata).
IN EUROPA. In Europa il mercato va nella stessa direzione. La scorsa è stata l’estate dei ‘parametri zero’ di lusso: Messi è andato al Psg per l’impossibilità del Barcellona di soddisfare le sue richieste economiche, Alaba dal Bayern Monaco al Real Madrid, Depay, Eric Garcia e lo sfortunato Aguero rispettivamente da Lione e Manchester City al Barcellona, Wijnaldum e Sergio Ramos da Liverpool e Real Madrid al Psg, insieme al già citato Donnarumma. Stando alle valutazioni dei siti specializzati, e mettendo nel conto anche Calhanoglu, sono state mancate cessioni per oltre 400 milioni di euro per i rispettivi club. E anche la prossima estate potrebbe prevedere altri ‘svincoli’ eccellenti: in primis Mbappé, che dovrebbe lasciare il Psg. E se il giocatore forse più forte del mondo lascia il proprio club a parametro zero, si capisce come il momento sia complicato per tutti. “Ho chiesto di andarmene perché dal momento in cui non ho voluto prolungare il contratto, volevo che la società incassasse denaro per avere un sostituto di qualità”, disse il fenomeno francese ad ottobre. Il club parigino invece ha preso la strada opposta: lo ha tenuto godendosi le sue prestazioni per puntare alla Champions, pur perdendoci tanti (tantissimi) milioni. Ma da quelle parti, davvero, i soldi non sono un problema, tra ingaggi monstre e spese enormi in barba ad ogni possibile paletto di Fair Play Finanziario.
750 MILIONI DI MANCATI TRASFERIMENTI. Ma non solo il Psg, perché il Manchester United potrebbe realmente perdere Pogba a zero a giugno, il Chelsea Rüdiger e Christensen, il Bayern Monaco Süle, il Barcellona Dembélé (se non riuscirà a venderlo a gennaio, ci sta provando con forza), l’Arsenal Lacazette, il Manchester United Lingard, il Borussia Monchengladbach Zakaria e Ginter, fino ad altri come Kamara (Marsiglia), Tarkowski (Burnley), Denayer (Lione), Cantwell (Norwich), Kramaric (Hoffenheim), Mrazaoui (Ajax): tutti giocatori con valutazione oggettiva di Transfermarkt da 20 milioni in su, per un totale di circa 750 milioni di mancati trasferimenti considerando solo i citati (compresi gli ‘italiani’).
CON LA LAZIO SENZA VLAHOVIC. Insomma, un problema della Fiorentina ma in generale a livello europeo. Con una differenza sostanziale però tra i viola e tanti club citati: il fatturato attuale della società gigliata non poteva permettersi di mancare un’entrata così corposa. Come ha spiegato chiaramente Pradè. E poco importa se Vlahovic, a differenza di tanti altri citati, in questi mesi di ‘grande freddo’ con la società ha sempre continuato a segnare e a trascinare sul campo. E lo stesso, con ogni probabilità, avrebbe fatto fino al suo ultimo giorno in maglia viola. Italiano ripartirà dallo scontro diretto con la Lazio senza Dusan. Non il massimo.

Di
Marco Pecorini