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Editoriali

Crisi di risultati ancor più che di gioco. Tutti responsabili, nessuno escluso. Con l’Istanbul non si può sbagliare

Italiano, giocatori, società: tutti responsabili della crisi attuale. La Fiorentina è una squadra costruita malino che mostra carattere a singhiozzo. Passare il girone di Conference unico obiettivo abbordabile

La Fiorentina si avvicina alla penultima sfida del girone di Conference League in piena crisi di risultati, con criticità che ormai si evidenziano in tutti i reparti.

Non è più solo la questione dell’attacco sterile (limite che non scomparirà magicamente con i tre gol segnati all’Inter) o degli errori gravi in fase difensiva che costano carissimo. I viola sono una squadra in difficoltà a 360°, anche se dal punto di vista delle prestazioni ancora qualcosa si vede.

Di certo, la reazione mostrata con l’Inter sembra suggerire che la squadra sia ancora con Italiano. La Fiorentina ha rimontato i nerazzurri prima dal doppio svantaggio, poi dal 2-3, mostrando a tratti tanto carattere e intensità. Ecco, l’espressione ‘a tratti’ è una delle principali differenze con lo scorso campionato. Per funzionare a pieno, il calcio di Italiano deve essere supportato da una prestazione atletica di primissimo livello (ed ecco perché Kouame, che fisicamente sta benissimo, quest’anno è il migliore dei viola). Fin qui, la Fiorentina ha mostrato carattere e agonismo a singhozzo, anche nella stessa partita.

Ma si sa che i buoni risultati aiutano a far crescere l’entusiasmo, e l’entusiasmo è un grandissimo carburante per le gambe dei giocatori. Ecco, pur con tutti gli errori del caso un 3-3 contro l’Inter poteva essere una bella spinta emotiva per il gruppo. Invece, è arrivato l’ennesimo errore individuale. L’ennesimo di Venuti, che da mesi è un giocatore in enorme crisi a livello mentale. Il tutto suffragato da un atteggiamento di squadra fin troppo ‘garibaldino’ nei minuti di recupero, quasi a voler cercare a tutti i costi la vittoria. Non parleremo degli errori arbitrali, perché se n’è già discusso molto e perché l’episodio in questione è forse il più ’accettabile’, ma il presunto fallo di Dzeko arriva anche da un’ingenuità di Milenkovic nel voler cercare l’anticipo sul bosniaco a pochi secondi dalla fine invece di posizionarglisi alle spalle.

Quello che rimane è una crisi di risultati che si allarga ancor di più. Dieci punti in undici partite, otto in meno della scorsa stagione. Basta questo per rendersi conto di quanto in basso sia la Fiorentina in termini di punteggio. Quando ci sono queste crisi, il rischio di perdersi definitivamente è dietro l’angolo, perché la pressione dell’ambiente è forte e le critiche grandinano sul gruppo, sulla dirigenza e sull’allenatore.

Italiano che certamente ha delle responsabilità. Inizialmente ha pagato l’inesperienza nel gestire il doppio impegno serrato campionato-coppa europea. Successivamente si è scontrato con la difficoltà nel cambiare qualcosa in quel meccanismo che l’anno scorso sembrava girare a meraviglia e che quest’anno si è inceppato. Anche quando lo ha fatto, i risultati non gli hanno dato ragione.

Il discorso su Italiano non deve però andare a deresponsabilizzare i giocatori, visto che in questa stagione si sono susseguiti una serie di errori individuali da matita blu inaccettabili per una squadra che puntava ai vertici della classifica. Addirittura, c’era chi a Moena parlava di Champions League.

Infine, non è certo esente da colpe la società, anzi. A riguardare la seconda parte dello scorso anno in confronto con questo inizio di stagione, si ha l’impressione che negli ultimi mesi del 2021-22 la Fiorentina sia andata oltre le proprie possibilità. Forse motivati dall’essere dati per spacciati dopo l’addio di Vlahovic, il gruppo viola ha mostrato grande carattere, riuscendo a portare a casa una qualificazione europea che mancava da cinque anni.

Resta il fatto che le ultime due sessioni di mercato vadano attualmente giudicate in maniera insufficiente, almeno sotto l’aspetto sportivo. Non solo la Fiorentina di quest’anno si è indebolita rispetto all’anno scorso, ma la rosa allestita è anche meno adatta al tipo di calcio dell’allenatore.

In tutte queste difficoltà, per la Fiorentina è già tempo di vigilia. Domani al Franchi arriva l’Istanbul Basaksehir, per una sfida che può già decidere la qualificazione dei viola alla prossima fase di Conference League e che potrebbe anche riaprire i discorsi per il primo posto in classifica – che ricordiamo vorrebbe dire giocare due partite in meno -, ma occorrerebbe un’impresa.

L’avversario all’andata inflisse agli uomini di Italiano una delle sconfitte più dure di questa stagione amara, un 3-0 difficile da digerire. Ma la Fiorentina non parte certo sconfitta: in quella partita non si è vista una netta differenza tra le due squadre. Pur giocando malino, nel primo tempo la Fiorentina era tranquillamente in partita contro i turchi. Nella ripresa, più che per bravura degli avversari, i viola si sono in pratica suicidati, con Gollini assoluto protagonista in negativo.

Alla Fiorentina servono vittorie per ritrovare motivazione. Ad oggi, il passaggio di turno in Conference è l’obiettivo più facilmente raggiungibile per Biraghi e compagni. Inutile dire che non si può sbagliare ancora.

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