Contro il Bologna per cercare di tenere viva l’opzione Conference League per la prossima stagione: ma i viola non crescono
Domenica al Franchi si chiuderà la stagione casalinga della Fiorentina che ospiterà il Bologna fresco vincitore della Coppa Italia: complimenti a loro.
Ma più che parlare di Italiano, Sartori ecc è doveroso concentrarsi sul percorso della Fiorentina. Si sta per chiudere il sesto anno di proprietà Commisso con una stagione che, per ora, non ha rispecchiato in nessun modo le aspettative della società.
Commisso aveva semplicemente chiesto un miglioramento rispetto alla passata stagione: a oggi Palladino ha fatto peggio della passata stagione in tutte le competizioni, con quella che è, per stessa ammissione di Commisso, la rosa più forte della sua gestione. Ma il tecnico ha ancora due giornate di campionato per cercare quantomeno di pareggiare il piazzamento Conference League degli ultimi anni.
A prescindere però dalla Conference (che poco sposta anche nelle scelte dei giocatori) sarebbe interessante capire il progetto a medio lungo termine di Commisso. Per una stagione abbiamo sentito sbandierare grandi ambizioni e grandi motivazioni (anche da Palladino stesso): i risultati già oggi non sono all’altezza di quanto dichiarato.
Eppure, ancor prima di chiudere la stagione, Commisso ha deciso in prima persona di confermare Palladino. Perché? I risultati non sono soddisfacenti, il gioco della squadra neanche, l’evoluzione della Fiorentina in questa stagione non c’è stata: senza gioco è partita e senza gioco finirà. In tutta la stagione non c’è stata l’evoluzione di un’idea calcistica che potrebbe far guardare con fiducia al prossimo futuro nonostante i risultati.
E’ stata una conferma (con tanto di rinnovo) forse precipitosa, forse frettolosa. E poi, se Commisso è soddisfatto del lavoro di Palladino di chi è la responsabilità di una stagione che non sarà all’altezza delle aspettative? Salterà un dirigente importante? O ancora una volta saranno confermati tutti?
E poi, ora però che si vuole fare? Come ogni anno da quando c’è Commisso si va verso una rivoluzione estiva con tanti colpi di scena: big che se ne andranno, giocatori che non verranno riscattati ed altri sì.
Ma la domanda è sempre la stessa: dove vuole arrivare questa Fiorentina?
L’obiettivo “fare meglio della passata stagione” viene ripetuto ogni anno ma non è un obiettivo, non è una manifestazione di ambizione e di volontà. Sembra quasi un messaggio di circostanza di chi guarda distrattamente il campo. E’ questa l’ambizione di Commisso? E’ tutto qui? Non possiamo aspettarci nulla più di un limbo ai margini dell’Europa?
Si ripartirà nuovamente con le stesse figure? Nonostante gli errori evidenti di questa e delle passate stagioni?
Servirebbe una consapevolezza che nell’era Commisso non c’è mai stata. Quella di capire che servono dirigenti di calcio capaci di indirizzare anche la voglia di fare (?) di Commisso. Dirigenti che a Firenze non ci sono da troppi anni, anzi che in 6 anni non ci sono mai stati.
Se Commisso intende continuare a gestire la Fiorentina da uomo solo al comando nulla cambierà rispetto a quanto visto fino ad ora. Ma tutte le società che oggi contano i risultati ottenuti e non i fallimenti possono contare su dirigenti di primo livello.
E il primo a essere amareggiato per aver speso tanto e vinto nulla dovrebbe essere proprio il presidente della Fiorentina che può essere criticato per tanti aspetti ma non certo per non aver speso in questa società…
Di
Francesco Zei